Processo Modica Bene. I difensori: “Genericità nelle accuse”

Con le arringhe di cinque difensori il processo “Modica Bene” si avvia verso la conclusione nella fase dell’udienza preliminare. In quest’ultima udienza, i difensori, Luigi Piccione, per Piero Torchi, Stefano Rametta, per Peppe e Carmelo Drago, Ignazio Galfo, per Vincenzo Pitino, Ettore Randazzo, per l’imprenditore Giuseppe Zaccaria, e Daniele Scrofani per Giancarlo Floriddia, hanno ricondotto tutto a una sorta di “cerchio concentrico” rispetto alla traccia del processo. Tutti hanno sviscerato i capi d’accusa sostenendo complessivamente la palese genericità nelle contestazioni. L’hanno fatto anche, è il caso di dirlo, Galfo e Randazzo che patrocinano due imputati che hanno scelto il giudizio ordinario. A questo punto restano due soli difensori nella lunga lista delle arringhe. Il prossimo 25 novembre toccherà, infatti, all’avvocato Franco D’Urso e al professore Guido Ziccone, dopodiché ci saranno le probabili repliche del pubblico ministero, Francesco Puleio, e, a meno di sorprese(questo processo ne ha riservate parecchie), il Gup Patricia Di Marco, dovrebbe entrare in camera di consiglio per le attese decisioni. Il piemme, qualche udienza fa, al termine della sua requisitoria, aveva avanzato le sue richieste. Condanne a sei anni di reclusione ciascuno per l’ex parlamentare dell’UdC, Peppe Drago, per il fratello Carmelo, e per l’ex sindaco, Piero Torchi. Per Vincenzo Pitino la condanna a quattro anni e dieci mesi, per Massimo La Pira a quattro anni e otto mesi di reclusione, e per Giorgio Aprile e Giancarlo Floriddia a quattro anni. Puleio aveva chiesto l’assoluzione solo per il vittoriese Giovanni Vasile ed il rinvio a giudizio per tutti gli altri imputati ovvero Carlo Fiore, Giancarlo Francione, Gabriele Giannone, Vincenzo Leone, Vincenzo Piluso,Giuseppe Sammito, Bruno Arrabito, Massimo Arrabito, Marcello Sarta, Rosario Vasile e Giuseppe Zaccaria. Si tratta di persone in gran parte legate al partito politico dell’UdC. Vengono contestate movimentazioni su taluni conti correnti di somme di illecita provenienza

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