Quando lo sport modifica il cuore. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

Lo sapevate che lo sport modifica il cuore? Il caso di Antonio Cassano, il calciatore del Milan colpito da una lieve forma di ischemia provocata da un’anomalia cardiaca congenita chiamata ‘forame ovale pervio cardiaco interatriale’, non è l’unico nella storia dello sport.
Vi ricordate di  Franco Bitossi, ciclista toscano che andava soggetto a repentini e frequenti attacchi di tachicardia che lo costringevano a fermarsi durante la gara? Lo soprannominarono’cuore matto, ma ciò non gli impedì di essere un grande campione e di vincere ben 21 tappe del Giro d’Italia e 4 del Tour de France.
L’intensa attività sportiva provoca dei cambiamenti nel cuore sia nella struttura del muscolo cardiaco (nelle quattro camere cardiache composte da atri e ventricoli) che nei vasi sanguigni. Uno sforzo intenso e prolungato può portare alla cosiddetta ‘sindrome del cuore d’atleta’: il cuore si adatta allo sforzo modificandosi e cercando di rispondere adeguatamente alle prestazioni superiori richieste dall’organismo.
Ma quali sono i principali cambiamenti che si verificano nel cuore degli sportivi? Innanzitutto si verifica un aumento della riserva coronarica, ciò vuol dire che il flusso sanguigno nelle coronarie aumenta in risposta alla sollecitazione dello sforzo fisico; aumenta il volume delle vene e delle arterie periferiche, ma anche quello del cuore (cardiomegalia); si verifica una bradicardia, cioè un abbassamento dei valori della frequenza cardiaca al di sotto di quelli normali; avviene, soprattutto negli atleti che praticano sport di resistenza, un fenomeno chiamato capillarizzazione (aumenta il numero di capillari).
La sindrome del cuore dell’atleta non è patologica, cioè non provoca necessariamente disturbi cardiaci, ma gli adattamenti che il muscolo cardiaco compie per rispondere adeguatamente allo sforzo fisico intenso possono essere la miccia per problemi legati ad anomalie congenite o patologie preesistenti.
E’ ciò che è accaduto ad Antonio Cassano ed è ciò che accade all’1/2 per cento degli atleti italiani costretti a interrompere la propria attività sportiva a causa di una patologia cardiaca che insorge durante la loro attività agonistica.

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