L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…………… DI DIRETTORE. IL MERCATO ECONOMICO E L’EUROPA DELLE BANCHE FARANNO LA FESTA AL NOSTRO PAESE. ALTRO CHE FESTA DI LIBERAZIONE PER LA CADUTA DI BERLUSCONI!

Per il centrosinistra, e non solo, il 12 novembre 2011 è stata una “festa di liberazione”. Finalmente è stato abbattuto Silvio Berlusconi, il cavaliere, l’uomo di Arcore tra i più ricchi al mondo, l’imprenditore prestato alla politica, il Casanova del Terzo millennio , il personaggio in stato di accusa e di indagine giudiziaria permanente dal 1994, il “profeta” più amato e odiato della seconda Repubblica, il personaggio che è riuscito ad assommare in sé potere politico, potere economico, poteri in quasi tutti i campi in cui si articola una società: finanza, editoria, comunicazione, stampa, banche, assicurazioni, mondo sportivo etc…, condizionando non solo il suo Paese ma anche l’Europa. I suoi oppositori hanno suonato e cantato perfino l’Alleluia davanti al Quirinale per inneggiare al Messia abbattuto.
Ci vorrà tempo, cari lettori di sinistra, di centro e di destra, per studiare e capire il fenomeno del berlusconismo, ma certo è che veniamo da un triennio politico di scontro all’arma bianca, di volgarità inaudite , di imbarbarimento della vita pubblica, di declino morale. Tutto ciò può imputarsi solo al debito pubblico o alla stagione del berlusconismo? Io ritengo di no e credo che ci siano responsabilità di tutta la “classe-casta” politica italiana, nessuno escluso: una rissa richiede, infatti, che ci siano sempre due parti, e ogni parte ha reagito; come hanno pure reagito i relativi militanti e cittadini tifosi, che si sono lasciati guidare non dalla propria autonomia di pensiero ma dal calore sportivo per la propria squadra di calcio. E nella rissa anche le forze sociali, la magistratura, la stampa, i mezzi di comunicazione di massa hanno avuto un ruolo decisivo ai fini dell’imbarbarimento della società italiana.
C’era un modo democratico e istituzionale per mettere da parte Berlusconi. Bersani e D’alema lo sanno bene. Quando tiravano le fila del Governo Prodi erano in tempo, avevano l’arma in mano: approvare la legge sul conflitto di interessi e mettere fuori gioco il cavaliere. Non l’hanno fatto. Hanno scelto, invece, la strada del linciaggio morale del Premier schiacciato dai suoi scandali personali, e il Premier anziché incassare in silenzio, ha alimentato la rissa nel Paese con la stampa, con la magistratura,con le forze sociali.
Altro che festa! L’Italia non può vivere alcuna festa perché Berlusconi non è stato mandato a casa dal Parlamento, che è il luogo in cui si esprime la democrazia nazionale, né da un giudizio popolare legittimamente espresso dalle urne, ma è stato abbattuto da forze e poteri esterni che hanno nomi e cognomi: la finanza e i mercati internazionali, sotto la sapiente regia del presidente francese Sarkozy e della tedesca Angela Merkel, che hanno approfittato della crisi economica per fare sciacallaggio e speculazione, con il potere delle proprie banche, sulla situazione economica italiana. E’ stata dunque la grande Finanzia mondiale a commissariare il nostro Paese, è stata l’Europa delle banche e delle multinazionali a spingere Berlusconi a dimettersi, il quale ha fatto il passo indietro non tanto per il clamore della sinistra italiana, ma perché ha messo sulla bilancia il nostro Paese e anche le sue Aziende in Italia e all’estero, e alla fine ha scelto, ancora una volta, il suo interesse. Dietro la crisi italiana c’è dunque l’Europa e l’asse franco-tedesco, che ha perfino tentato di condizionare l’azione del Presidente Napolitano. Mai si era verificato che nella storia del nostro Paese personaggi politici esterni potessero dettare la linea per indicare la soluzione di una crisi, che un personaggio come Sarkozy, che è capo di un Paese le cui difficoltà e il cui debito è simile se non peggio di quello italiano, potesse venire a dare lezioni all’Italia.
Altro che festa! Se Berlusconi è colpevole dello stato di crisi del nostro Paese, la sinistra anziché curare il male con le regole della democrazia e con una proposta alternativa e credibile, ha saputo soltanto favorire la vittoria dei poteri stranieri.
Il Governo Monti non contenta nessuno: né il centrodestra né il centrosinistra, perché è un Governo anomalo, ma sta bene a tutti perché continuerà a garantire la poltrona e i privilegi parlamentari.
Il Governo Monti sta bene alla Finanza mondiale ed europea, perché il nuovo Premier, che non è un politico, e i suoi ministri che si preannunciano tutti tecnici, ha già scritto nell’agenda il programma economico, confezionato non da lui ma a Bruxelles e a Francoforte. La ricetta di Monti contiene un menù pesante: introduzione della patrimoniale; innalzamento delle pensioni; cancellazione dell’art.18 con licenziamenti più facili; tagli alla spesa pubblica; ritorno dell’ICI sulla prima casa; aumento delle imposte sugli immobili; prelievo dai conti correnti; liberalizzazioni con progressivo smantellamento dello Stato sociale. E cosa potrebbe fare di diverso un uomo come lui che viene dal mondo economico e finanziario, se non quello di risanare con una logica ragionieristica non tenendo conto dei reali bisogni del Paese? E ora che la maggioranza , con l’esclusione della Lega, e l’opposizione sono diventati un “ammucchiata responsabile” avviata sulla via di Damasco, come faranno ad andare dietro al Premier tecnico, se sulla ricetta di Monti, che obbedisce ai voleri del mercato internazionale e degli speculatori finanziari, hanno visioni e idee completamente diverse? Troveranno un accordo?
La crescita di cui tutti i gruppi politici parlano su quali binari prenderà l’avvio? La ridistribuzione della ricchezza e l’equità con quali percorsi sarà condotta? Staremo a vedere!
Il Governo Monti è al momento forse il male minore rispetto a quello caduto, ma non c’è dubbio che l’uscita di Berlusconi chiama in causa l’intera responsabilità della classe, o meglio casta politica nazionale.
La parola deve ritornare, e speriamo presto, al popolo italiano!

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa