Modica, addio Antonio, piccolo eroe delle battaglia per i disabili

“Un giorno io non ci sarò più. E’ un pensiero triste, soprattutto perché devi lasciare i tuoi cari, ma è un dato di fatto e l’ho accettato”. Con queste parole, Antonio Giannone, nel febbraio dello scorso anno, in un lettera che dava l’incipit alla sua ennesima battaglia, spiegava come fosse pienamente cosciente del suo destino. Un destino che, ieri, lo ha chiamato a lasciare definitivamente la sua carrozzina. Antonio Giannone è morto, dopo aver vissuto 35 anni di cui 20 costretto sulla sedia a rotelle a causa di una malattia genetica, la Atassia di Friedreich, che danneggia progressivamente il sistema nervoso e di cui era affetto anche uno dei due fratelli, morto nel 2006. Il suo nome, a tanti, potrà non ricordare nulla, ma Antonio – e non è retorica post-morte – è stato un eroe della Modica degli ultimi anni. La sua tenacia e la sua grinta lo hanno portato ad intestarsi battaglie e guerre, anche giudiziarie. E come ogni eroe, ne ha vinte alcune e perse altre. Con al fianco l’Anffas e la sua famiglia, chiese più volte ed insistette per la realizzazione dell’ascensore per l’accesso al primo piano di palazzo San Domenico ed ebbe l’onore di tagliare il nastro inaugurale. A lui ed all’Anffas va il merito di aver tentato la strada dell’inserimento lavorativo dei disabili e dell’esperienza quali ausiliari della sosta. A lui, che fece arrivare a Modica le telecamere di “Striscia la Notizia”, va ascritta una buona fetta dell’annullamento delle barriere architettoniche soprattutto nel centro storico. L’ultima sua “guerra pubblica” fu quella giudiziaria contro l’Asp, vinta a suon di ricorsi e di lettere aperte. Si era candidato al consiglio comunale nel 2006, ma nella sua sezione non ritrovò né il suo voto né quello della sua famiglia. Era webmaster, conosceva i principali programmi di informatica, ma soprattutto aveva voglia di lavorare. Questa è stata la battaglia che non è mai riuscito a vincere, dovendosi arrendere dinanzi a “muri di gomma” che diceva essere “più insuperabili delle barriere architettoniche”. Aveva anche vinto delle medaglie in alcune competizioni di lancio del peso riservate agli atleti disabili. La medaglia più importante, nel cuore di chi lo ha conosciuto, l’ha già vinta. Spetta adesso a Modica consegnarla ed onorare un piccolo grande Eroe. Ciao Antonio, grazie per esserci stato.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa