Cgil Ragusa. Romina Licciardi attacca il sindacato lancia in resta

Letteralmente immorale. Così giudica l’iniziativa promossa dalla Cgil di Ragusa presso la sala Avis dal titolo: “Tempi di vita e di lavoro delle donne”, Romina Licciardi, Presidente Associazione Centro servizi donne, per la quale si tratta della “più chiara, esplicita ed inequivocabile strumentalizzazione di un’organizzazione che, almeno a livello locale, vive costantemente incagliata all’interno della sua doppia e inquietante moralità”. “Quella pubblica, che non rinuncia ipocritamente di parlare della condizione femminile – sottolinea -possibilmente invocando dignità, legalità e rispetto dei diritti delle donne nel mondo del lavoro e poi quella interna, riservata, possibilmente da nascondere,perché gravissima e infamante. Mi chiedo e chiedo: ma cosa può pubblicamente discutere di questi temi una struttura sindacale che non più tardi di un anno e mezzo fa ha licenziato in tronco una persona, una donna, una dirigente della Cgil, l’ex Consigliera della provincia di Ragusa? Come fa a predicare di diritti delle donne la Cgil di Ragusa e il suo segretario pro tempore quando ad oggi è pendente per il prossimo 20 dicembre in Camera di Consiglio,la decisione giudiziaria sulle vicende di molestie che ho subito? Come fa, mi chiedo con dolore, un’organizzazione sindacale a non avere ormai neppure il pudore etico e il semplice buon gusto di evitare, almeno per il momento, di discutere della condizione femminile quando la stessa organizzazione ha sottoposto alla sottoscritta, prima del mio licenziamento, una richiesta di dimissioni volontarie dal rapporto di lavoro e poi, con altrettanta spregiudicatezza la licenzia? Come fa la Cgil di Ragusa – incalza Romina Licciardi- a non comprendere che la sua iniziativa altro non e’ che il volgare tentativo di ricostruire una credibilità sul versante della dignità della donna,o rmai perduto, per la totale spregiudicatezza di un gruppo dirigente insulso che si intestardisce nel cercare di eludere la gravità di quanto compiuto? Come fa a non porsi il problema politico di un giudizio di lavoro pendente in tribunale (la prossima udienza vedra’ gli stessi protagonisti del convegno sfilare in tribunale) per mobbing, molestie, lavoro nero e irregolare e licenziamento discriminatorio e ritorsivo e tutto ciò nei confronti di una donna? La Licciardi fa riferimento anche alla denuncia che ha presentato alla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati di truffa e appropriazione indebita nei confronti del segretario Avola “per avere perfino illegalmente trattenuto la mia liquidazione? “O ancora – prosegue – dell’esposto denuncia pendente all’ispettorato del lavoro di Ragusa? Ma di quali diritti delle donne parla la Cgil di Ragusa? Di quelli avulsi e astratti come puro fatto accademico o dalla realta’ della condizione materiale di vita e di lavoro delle donne e quindi anche di quelle licenziate, molestate, maltrattate e vessate dalla Cgil datore di lavoro? E come non evidenziare in questa occasione che, come e’ noto, il mio caso purtroppo non e’ unico ed e’ perfino stato costituito un “Comitato delle donne licenziate dalla Cgil”???
Come non accorgersi della palese e volgare strumentalizzazione di tale iniziativa, peraltro incredibilmente benedetta dalla presenza della segretaria della Cgil Sicilia sig. Mariella Maggio,la stessa che in più di una occasione ,anche ai più alti livelli , stigmatizzava esplicitamente e con parole molto pesanti ,il comportamento gravissimo, discriminatorio e violento dei dirigenti della Cgil Ragusana su tutta la mia vicenda???
Va’ bene che viviamo in un’epoca in cui tutto si dimentica facilmente e la vita delle persone e delle donne in particolare, risulta spesso essere merce,ma un minimo di buon gusto e di coerenza,specie di questi tempi, non guasterebbe.Quanto poi alle autorevoli partecipazioni esterne al convegno,una battuta finale:la Cgil di Ragusa avrebbe potuto invitarmi per portare la mia testimonianza di lavoro e di vita e quindi dare un contributo alla loro riflessione.
Certamente l’esito del convegno avrebbe potuto contare su una storia di vita e di lavoro, vissuta da una donna all’interno del datore di lavoro Cgil,lo stesso che promuove convegni in materia”.

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