Falsa testimonianza in un processo. Modica, indagati tre giovani sciclitani. Concluse le indagini

Avrebbero reso false testimonianze al giudice. Ora rischiano giacchè l’ipotesi di reato avanzata dal magistrato giudicante è stata ritenuta tale anche dal pubblico ministero che ha notificato agli interessati l’avviso di conclusione delle indagini. Si tratta di C.D., S.M. e di L.C, due uomini e una donna, sciclitani, che avevano fatto da testimoni a favore di Giovanni E., 34 anni, denunciato nel mese di maggio del 2007 da un ispettore di polizia municipale di Modica, per rifiuto di generalità e oltraggio a pubblico ufficiale. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, a conclusione del processo aveva condannato l’imputato a centoquaranta euro di ammenda ritenuto che per la seconda imputazione era stato rilevato un vizio nella querela, e aveva disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero affinché fosse valutata la posizione dei testi, compresa la moglie dell’imputato, perché, secondo il magistrato, avrebbero rilasciato dichiarazioni non attendibili durante il dibattimento. Era stato l’avvocato Fabio Borrometi che rappresentava l’ufficiale di polizia municipale quale parte civile, a chiedere al magistrato la trasmissione degli atti alla Procura per via di diverse imprecisioni e contraddizioni tra i testi della difesa. I fatti si erano verificati in Corso Umberto, di domenica, durante l’orario in cui vigeva l’area pedonale. La polizia municipale aveva multato alcuni veicoli in sosta vietata. Ad un certo punto, due giovani, si erano avvicinati contestando la multa. Dopo avere insistito, nonostante le spiegazioni del vigile, quest’ultimo aveva chiesto a Giovanni E. i documenti per la rituale contestazione ma l’uomo si era rifiutato ripetutamente e addirittura aveva detto al tutore del traffico “chiama i carabinieri, io eventualmente sono seduto al bar”. Attraverso il numero di targa si era risaliti ai due giovani, l’auto era intestata al padre della ragazza.

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