La crisi in provincia di Ragusa, il presidente Fnaarc “Il reddito disponibile decrementato di 1 miliardo di euro”. Le proposte di Sica avanzate al tavolo dello sviluppo

“Da troppo tempo Ragusa non cresce. Perché le imprese perdono competitività. A causa di un deficit di visione delle soluzioni-reazioni alla crisi e di rilancio a partire dai buoni fondamentali dell’economia ragusana. Tutto ciò aggravato dalle ingerenze di decisioni devastanti in direzione dello sviluppo”.
E’ il senso dell’allarme lanciato dal presidente della Fnaarc, Roberto Sica, in apertura dei lavori del tavolo dello sviluppo convocato dal presidente della Camera di commercio, Sandro Gambuzza, dopo che in questo senso il vertice camerale era stato sollecitato proprio dai componenti della federazione degli agenti e dei rappresentanti di commercio. Sica ha elencato tutti i numeri della crisi con riferimento alla realtà iblea chiarendo, tra l’altro, che “a Ragusa il reddito disponibile si è decrementato negli ultimi anni di 1 miliardo di euro. Così come non conosce sosta – ha aggiunto – l’avanzata della disoccupazione che a Ragusa assume connotati di particolare preoccupazione: dal 2008 un incremento di quasi il 10% con una percentuale di disoccupati che varia dall’8,4 al 9,1% del 2010”. Sica si è anche soffermato sul piano paesistico (“quasi un incubo le notizie che si susseguono sul tema e un esempio “vizioso” dell’incredibile mancata collaborazione tra pubblico e privato”) e sulla perdita di risorse pubbliche per investimenti (“l’ultima notizia, in ordine di tempo, è il riassorbimento di 1 miliardo di euro, presso il Governo nazionale, di fondi disponibili fino al 31 dicembre dello scorso anno e prorogati di un anno per la valorizzazione dei beni monumentali del Mezzogiorno e in particolare dei beni Unesco per la mancanza totale di progetti di merito”).
Il presidente di Fnaarc ha, dunque, lanciato delle proposte per il sostegno alle imprese e il loro rilancio e per l’aiuto all’avviamento di nuove imprese. “Serve ricreare – ha detto – un ambiente competitivo favorevole, in tutte le direzioni, costituendo un partenariato pubblico-privato con la leadership delle forze economiche-sociali delle imprese e del lavoro. Partendo anche da una caratterizzata e diversa strategia per la qualificazione del capitale umano. In questo quadro si dovrà incastrare, ognuno a fare la propria parte, monitorandone i comportamenti rispetto l’obiettivo condiviso e definito, la politica e le istituzioni, le imprese e il lavoro, attraverso le organizzazioni di sostegno, le famiglie e la società civile”. Sica propone, inoltre, di chiedere al Governo nazionale, quale misura urgente ed eccezionale, di sbloccare le nostre opere infrastrutturali avendo quale orizzonte di inizio delle realizzazioni il 2012; di pretendere dai Governi di individuare eventuali e precise responsabilità utilizzando poteri sostitutivi per la buona riuscita delle nostre infrastrutture; di avere particolare attenzione sulle reti secondarie di accesso ai territori provinciali; di supportare tale legittima richiesta con azioni pubbliche ed iniziative congrue. Come, ad esempio, class action per perseguire comportamenti di dolo e colpa di competenze coinvolte.

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