Notizie dalla Stampa, Modica: Europa e immigrazione, questione irrisolta. Stasera Giulio Anselmi sul futuro del Giornalismo. Il conflitto di interesse e i nuovi mezzi di comunicazione

Il giornalismo sembra aver imboccato strade nuove perché nuovi sono i mezzi che lo veicolano e che stanno mettendo tutto in discussione compresa l’esistenza di una professione dove il conflitto di interessi c’era ben prima del berlusconismo. Basta pensare al quotidiano milanese il Giorno ai tempi di Enrico Mattei.
Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista che non nasconde le sue simpatie di uomo di desta, infiamma da subito il dibattito sul conflitto d’interesse che ha ieri sera caratterizzato la quinta sessione del convegno “Notizie dalla Stampa dove va il giornalismo in Italia ? “ in un Teatro Garibaldi che ha visto la presenza di un numeroso pubblico attento e partecipante. Oggi basta che un ragazzo con una telecamera digitale riprenda e racconti fatti e intervisti personaggi che in un attimo sulla rete si lancia il fatto del giorno anticipando i grandi network e soprattutto i giornali che quando arrivano nelle edicole sono belli e superati e quindi inutili da comprare. Secondo Pietrangelo Buttafuoco altro che conflitto di interesse. Ognuno la può raccontare come vuole e in qualsiasi momento del giorno.
Diversi gli orizzonti narrati da Giorgio Meletti, una delle prime firme del Fatto Quotidiano, che vede nel conflitto d’interesse, che non è finito con il passaggio del testimone da Berlusconi a Monti, ma che è stato elevato a modello di vita e che non investe solo il giornalismo o il sistema televisivo nella fattispecie ma coglie significative esperienze nel mondo dell’impresa, nelle lobby finanziarie ancora nella politica a tutti livelli determinando un ostacolo formidabile allo svilupparsi di un confronto libero e autonomo che è il sale della crescita collettiva. Insomma un semplice servizio di democrazia che viene devastato da interessi personali laddove chi detiene il potere agisce per un tornaconto a favore delle imprese di cui è proprietario.
Si esige e in tempi stretti, fanno notare tutti, presente il costituzionalista Agatino Cariola, un legge che metta i paletti e che avvii il superamento di quello che è diventato un tormentone della politica che scarica i suoi limiti e i suoi pesi nel sistema condizionando scelte e decisioni.
Enrico del Mercato moderatore del dibattito lancia una provocazione:gli articoli lunghi e i report non possono trovare cittadinanza sulla rete ed è per questo che il giornalismo della carta stampata ha ancora un futuro. Stasera alle 19.00 al Teatro Garibaldi sarà questo il tema del giorno. “Web e carta stampata. Come sarà la comunicazione sostenibile.” Ne parlerà Giulio Anselmi, Presidente dell’Ansa in una lectio magistralis. Sarà Michela Giuffrida a presentarlo.
Ieri mattina altra sessione sull’immigrazione. Perché l’Europa non si fa carico del fenomeno immigrazione, degli esodi di massa che dal Nord-Africa si muovono per la Sicilia e l’Italia rimuovendo ogni azione di partecipazione all’integrazione e alla condivisione? Perché i simboli come il velo delle donne, hijab, o l’ haik tunisino o algerino, continua ad essere segno di distinzione se non di emarginazione e razzismo ?
“La verità è che, afferma Khaled Fouad Allam, è rimasta irrisolta la questione del rapporto tra l’Europa e l’Islam. Si muove sotto il mare della disperazione e tanti si forzano di non farla emergere.”
Questo uno dei nodi di dibattito che ha caratterizzato la seconda giornata del Convegno “Notizie dalla Stampa dove va il giornalismo in Italia ? “ sul tema dell’immigrazione ( Il Mediterraneo della Disperazione tra accoglienza e diffidenza. E’ questa l’Europa dei popoli ?) e al quale hanno partecipato oltre il sociologo algerino, Laura Eduati ( agenzia reportageitalia.it), Toni Mita ( Avvenire), Maria Pia Farinella ( caporedattore Rai TG3) e moderato da Federica Margaritora ( capo redattore di Radio InBlu).
Con un report su Lampedusa di Laura Eduati si è aperta la sessione del convegno laddove è emersa la impreparazione con la quale le strutture di intervento sono state non insufficienti a fronteggiare l’emergenza ma hanno determinato condizioni di vita bestiali ( 4 bagni chimici per 4000 immigrati) che la scarsità degli indumenti e dei luoghi di accoglienza hanno dato il senso ad una condizione di inciviltà che non ha di certo caratterizzato il nostro Paese.
I confini politici dell’Europa sono tutti da definire. Oggi non si è in grado di stabilirne l’esatta delimitazione perché rimangono aperte le questioni finanziarie, politiche, etniche, religiose.
Un grande errore, secondo Allam, non aver inglobato la Turchia nel processo di integrazione europea perché avrebbe determinato forti connessioni, utili ad una politica di distensione, con l’est che sarebbero state tutte a vantaggio della comunità.
La condivisione e la integrazione non sono poi dati per scontati anche perché, al di là della volontà di metterli in pratica, la vecchia Europa dovrà farci i conti ( Toni Mira e Maria Pia Farinella) perché nessuno è mai riuscito a ostacolare il corso della storia e le correnti migratorie sono fortemente condizionate dalle situazioni drammatiche dei Paesi di provenienza dove pane lavoro e libertà sono negati.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa