Resistenza ai carabinieri. Condanna a sette mesi per giovane modicano

Condannato a sette mesi di reclusione il modicano Marco Giunta, 26 anni, arrestato il nove settembre scorso fa dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia per violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Il giovane, che dopo la convalida è stato ammesso ai domiciliari è comparso davanti al giudice unico del Tribunale, Antongiulio Maggiore, che gli ha inflitto una pena minore rispetto alla richiesta del pubblico ministero, Diana Iemmolo, che era stata di un anno e tre mesi di carcere. I difensori, gli avvocati Giovanni Dipasquale e Concetto Falla, hanno puntare sullo stato emotivo dell’imputato, producendo una decina di documenti che attestano i costanti controlli cui sarebbe stato sottoposto il giovane da parte delle forze dell’ordine che lo avrebbero portato all’esasperazione fino a reagire nel caso oggetto del procedimento penale e atti che fanno emergere i limiti caratteriali del proprio assistito già in periodo scolare. Il magistrato ha ascoltato le testimonianze dei militari verbalizzanti e di un amico di Giunta che quel venerdì era in compagnia di questi, riservandosi di produrne altri. Giunta era stato fermato alla guida di una Renault Twingo in Corso Umberto. Durante il controllo gli era stata trovata una dose di hashish che teneva all’interno del portafogli. Il giovane aveva cercato con violenti strattoni di impedire ai Carabinieri di entrarne in possesso per il conseguente sequestro. Poi aveva tentato di disfarsene gettando a terra la sostanza, l’aveva calpestava e aveva cercato di ingoiarne i residui. A un certo punto, per contrastare l’insistente azione dei Carabinieri, aveva sferrato un violento pugno al volto di uno dei militari. Il magistrato non gli ha concesso la sospensione condizionale per cui l’imputato resta ancora ai domiciliari

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