Il morto che parla. L’Asp ha cancellato il dipendente comunale di Modica dichiarato morto dal Comune di Rosolini

E’ una situazione francamente paradossale quella che sta vivendo un dipendente comunale di Modica, Giuseppe Scarso, 64 anni, residente in Contrada Commaldo ai confini tra i comuni di Modica e Rosolini e di fatti residente del centro siracusano. Per l’ente civico risulta, infatti, deceduto ma lui è vivo e vegeto. “Solo che la mattina – dice – per venire a lavorare a Modica mi devono accompagnare i miei figli perchè mi è stata ritirata la patente. Il medico non mi rilascia ricette per medicinali per all’Asp non risulto. I miei figli sono andati a richiedere un certificato di morte al Comune ma li hanno mandati via”. Una vicenda pirandelliana che Scarso, custode presso una struttura comunale di Via Santa Elisabetta racconta ripetutamente. “Mio figlio si era recato a Rosolini per acquistare delle sigarette – spiega -. A un certo punto l’esercente, suo amico, lo ha rimproverato perchè non era stato avvertito dei miei funerali. L’incredulità del tabaccaio e di mio figlio è stata chiarita quando il primo ha preso il “Corriere Elorino” dove era pubblicato il mio necrologio con tanta di foto”. Giuseppe Scarso, con la qualifica di operatore ecologico, ci scherza su. “All’Ospedale Umberto I di Siracusa – spiega – era deceduto un mio omonimo, coetaneo. Dal nosocomio avevano comunicato al Comune di Rosolini il decesso. Qui, essendo agli archivi l’unico con questo nome, sono stato dichiarato defunto”. Nei fatti l’omonimo era nato nel 1947 ma in aprile mentre il dipendente del Comune di Modica era venuto alla luce qualche mese dopo. Il primo, però, era di Avola. Uno scambio di persone, insomma, che sta creando tanti problemi. “A parte quelli logistici – conclude – siamo stati subissati da telefonate di conoscenti, offesi perchè la mia famiglia non aveva fatto pubblicazioni per annunciare i funerali”. E in questi giorni sono tantissimi a giocare al lotto. Fisso il “47”. morto che parla.

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