Le rose davanti al Tribunale di Modica. Svelato il mistero

E’ stato risolto il rebus delle due rose rosse depositate davanti al cancello interno del Palazzo di Giustizia. La sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica è venuta a capo della vicenda risalendo ai protagonisti. Si è trattato del gesto simbolico attuato dalla mamma della giovane studentessa modicana Chiara Modica in concomitanza con la giornata dedicata alle vittime della strada. La donna ne ha deposte due non a caso: una per la figlia Chiara, deceduta in maggio al Piazzale Baden Powell, nella cittadella degli studi, dopo l’impatto con un pullman dell’Ast, l’altra in memoria del figlio del suo compagno, il giovane Salvuccio Linguanti, deceduto alla fine del mese di settembre del 2007 a seguito dell’incidente stradale al km 104,600 della scorrimento veloce Modica- Pozzallo. Un gesto simbolico ma sentito che è stato svelato nella serata di martedì riportando tutto nella piena serenità. Chiaramente ieri mattina al Palazzo di Giustizia sull’episodio ci si è scherzato tanto, qualcuno ha pensato di poggiare sulla scrivania di un collega anche un mazzetto di prezzemolo, ma tutto con grande ilarità. L’episodio è, comunque, servita a sbloccare una situazione che si trascinava dalla scorsa estate ovvero il mancato funzionamento della videosorveglianza. Ecco perchè la guardia giurata non si era accorto dell’accesso all’interno del cortile della donna che aveva depositato le due rose così come in passato nessuno si era accorto che il piazzale antistante il Palagiustizia, Largo Beniamino Scucces, dove nelle ore notturne vige il divieto di sosta con rimozione, proprio a ridosso del cancello principale erano stati trovati profilattici abbandonati. Segno che ci sia appartano le coppiette senza essere viste. Da ieri mattina, comunque, la videosorveglianza è tornata a funzionare

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