Gup. Rinviati a giudizio fratelli pozzallesi accusati di usura

Il Gup del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco, ha rinviato a giudizio i fratelli Salvatore e Giorgio Civello, 65 e 57 anni, accusati di usura aggravata, minacce ed estorsione aggravata in concorso, difesi dagli avvocati Carmelo Scarso ed Enrico Platania, e Giuseppe Iemmolo, bancario, per concorso nell’attività di usura, difeso dagli avvocati Scarso e Raffaele Pediliggieri. Salvatore Civello, allo stato ancora detenuto, risponde, inoltre, di detenzione illegale d’arma da fuoco. Per lui erano stati chiesti i domiciliari ma il piemme si è riservato per cui il Gup non ha deciso. Nello scorso mese di giugno i tre imputati erano stati coinvolti in una complessa operazione dei carabinieri che aveva portato all’arresto dei due germani e all’applicazione della misura interdittiva del divieto di esercizio di attività professionale in banca per due mesi per Iemmolo. Secondo la contestazione mossa dal pubblico ministero, Gaetano Scollo, i Civello, commercianti di Pozzallo, svolgevano, altresì, attività usuraria, applicando interessi su base annua dal duecento al milleduecento per cento, contando sull’intermediazione di Iemmolo, direttore della filiale di Pozzallo di un istituto di credito. Salvatore Civello avrebbe minacciato, inoltre, con una pistola «Walter Ppk» calibro 7,65 quanti non erano in grado di fare fronte agli esorbitanti interessi. Il funzionario di banca, secondo quanto ha sostenuto l’accusa, avrebbe approfittato della sua posizione per indirizzare i clienti dell’istituto di credito che si trovavano in difficoltà economica dai due Civello. Le vittime erano tutte titolari di attività commerciali di Pozzallo. Otto si sono costituite parti civili, quattro con l’avvocato Enzo Galazzo, due con l’avvocato Luca Cotto e due con l’avvocato Antonio Mirone che patrocina anche un’associazione anti-racket di Rosolini. Dieci i commercianti che, alla fine, hanno denunciato i fatti, titolari di cinque attività commerciali, due delle quali chiuse nell’ultimo anno a causa degli interessi da usura applicati dai due fratelli pozzallesi. I prestiti concessi dai Civello variavano dai cinquemila ai quindicimila euro, con tassi d’interesse da usura decuplicati. Saranno processati il prossimo 29 febbraio. Scarso e Pediliggieri avevano chiesto il giudizio abbreviato condizionato a una consulenza di parte ma il piemme e l’avvocato Galazzo si sono opposti. Quest’ultimo, in caso di accoglimento, aveva annunciato la citazione quale responsabile civile della Banca Agricola Popolare. Il Magistrato ha rigettato la proposta dell’abbreviato condizionato proponendo quello semplice al quale i difensori non hanno aderito.

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