Esimio professore,
non conoscendoLa nella Sua veste di docente, mi astengo dall’esprimere giudizi sulle Sue doti professionali ma non posso assolutamente esimermi dal farLe conoscere il mio giudizio di Lei in quanto uomo.
Chi mi ha preceduto nel criticarLa e che condivido interamente, ha posto l’accento sul fatto che un insegnante, in quanto tale, non possa ragionare come un allenatore di calcio, perché se lo fa, non ha chiari i principi che attengono ad un educatore, quali quello del rispetto della persona, a prescindere dalle proprie condizioni fisiche.
Pensavo inizialmente, leggendo la nota dei Consiglieri comunali che dissentono dai Suoi comportamenti, e che credo non abbiano bisogno di visibilità, che si fosse trattato d’una affermazione poco felice ma non sentita, fino a quando non ho letto la Sua replica che spiega inequivocabilmente che Lei prima ancora che da insegnante, pensa e ragiona in maniera distorta da uomo.
Ma d’altra parte, se avessi riflettuto un attimo in più, avrei da solo dedotto che per essere un buon educatore, bisogna prima essere un brav’uomo, uno che ha rispetto di tutti gli altri ed ancor di più di coloro con cui la sorte non è stata prodiga.
Lei, ritenendo di produrre argomentazioni in Sua difesa, scrive:”La settimana bianca è un’esperienza a forte connotazione sportiva.Per una migliore riuscita, per una piena soddisfazione personale di ciascun allievo partecipante, nonché per motivi di sicurezza, è bene che si raccomandi di aderire se si è abbastanza atletici,anche perché i giorni sono pochi”.
Ma Lei sa cosa vuol dire solidarietà e rispetto per i più deboli ? Presumo proprio di no, perché se lo sapesse, si preoccuperebbe di mettere in prima fila coloro che loro malgrado non sono atletici.
Lei va oltre il comprensibile ed aggiunge :”Alcuni cronisti locali, invece d’informare (mi perdoni se lo scrivo con l’apostrofo), stravolgono i fatti, montano una polemica per avere un minimo di visibilità e, senza cognizione di causa, senza sentire gli interessati, si ergono a giudici di tutto e di tutti, offendendo una scuola intera”.
No professore, nessuno ha montato alcuna polemica e non occorre acquisire alcuna cognizione di causa, ha fatto tutto Lei da solo, rivelando la Sua vera natura che solo Hitler potrebbe condividere.
Non la conosco e pertanto è evidente che la mia nota non ha nulla di personale, tuttavia, ove si sentisse diffamato, non esiti a querelarmi.
LETTERA APERTA AL PROF. ORAZIO CASCHETTO, PRESIDE DELL’ISTITUTO “ROGASI” DI POZZALLO. La riflessione di Ballarò
- Novembre 24, 2011
- 9:27 am
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