L’incidente in cui morì il piccolo Dennis. Modica, condannato uno degli imputati: tre anni

Per la morte del piccolo Dennis Iabichella, il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, ha condannato solo uno degli imputati, Orazio Macauda, camionista modicano. Il magistrato, infatti, gli ha inflitto tre anni di reclusione. Ha assolto, invece, Gianfranco Arrabito(il piemme Diana Iemmolo aveva chiesto la condanna per entrambi a 30 mesi ciascuno). Il magistrato ha tenuto certamente conto delle conclusioni del perito della Procura, secondo cui le cause erano da attribuire solo a Macauda. Il sinistro si verificò nel mese di maggio del 2006, intorno alle16, in Contrada Passo Parrino. Dennis Iabichella viaggiava a bordo della Peugeot 106 insieme alla mamma, V.A., 27 anni, alla nonna, R.V., 47 anni, e alla zia, S.A., all’epoca diciottenne. Due camion, un Iveco Turbo, adibito al trasporto di pietrame e sabbia, ed un Om 40, condotti da Macauda ed Arrabito, che viaggiavano in senso opposto, si erano urtati tra loro. Quando si erano affiancati, forse per la ristrettezza della carreggiata o per qualche manovra errata, si erano toccati e il conducente del primo mezzo ne aveva perso il controllo. Era andato a sbattere contro un muro a secco, poi aveva cominciato la folle corsa, incontrollata, proprio, mentre sopraggiungeva l’utilitaria con le quattro vittime. L’ impatto fu violentissimo. L’utilitaria fu trascinata per parecchi metri. I soccorsi furono immediati. La Peugeot era, praticamente, ridotta ad una scatoletta. La corsa frenetica verso l’ Ospedale Maggiore non servì a salvare la vita del bambino. Gravissima era rimasta la madre, V.A., politraumatizzata, per la quale fu necessario il trasferimento urgente in elisoccorso presso l’Ospedale Cannizzaro di Catania. Le altre due congiunte erano state ricoverate a Modica. I due imputati, difesi rispettivamente dagli avvocati Enzo Cavallo ed Enrico Tedeschi, erano accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime. Macauda è stato condannato anche al risarcimento danni da quantificarsi in separata sede. Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato Maria Platania, che rappresentava le parti civili, ovvero la mamma, la nonna e la zia del bambino, riconoscendo ad ognuna di loro una provvisionale. La più alta, 160 mila euro, per la morte del bambino.

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