L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. PROCESSO “MODICA BENE”: UNA SENTENZA CHE DIVIDE, MA DA RISPETTARE

Come sempre le notizie che riguardano la cronaca giudiziaria sono appetibili ai nostri lettori. Giudizi, commenti e riflessioni, a Modica e non solo, sono emersi a seguito della notizia dell’assoluzione con formula piena degli imputati coinvolti nel processo denominato “Modica bene”. Un processo che pone fine, se non ci sarà appello alla sentenza da parte del PM, ad una vicenda che ha inquietato la città di Modica per il calibro dei personaggi politici in essa coinvolti. Cosa dire di fronte alla sentenza assolutoria degli imputati?
In questi anni non ho scritto un rigo su questo processo,poiché ritengo, ma è una mia posizione, che il confine tra diritto di cronaca e rispetto della dignità delle persone accusate rischia spesso di essere travalicato, dando vita ad una vera e propria “giustizia spettacolo” ed ad un “giornalismo d’assalto” che non aiutano sicuramente a cercare la verità perché fanno perdere, almeno a livello mediatico, il senso della ragione e della riflessione composta. Certo è che gli animi non sono stati sereni, e non potevano non agitarsi perché sotto accusa ci sono stati esponenti di spicco della precedente classe politica modicana,e mi riferisco a Peppe Drago, che è stato artefice del cammino storico dell’ultimo trentennio di Modica, come all’ex sindaco Piero Torchi, cui i modicani avevano dato, prima dei fatti oggetto del processo, una fiducia che toccava il 65%.
Tre le osservazioni che mi sento di fare al termine di questa vicenda.
La prima di ordine giurisprudenziale. C’è stata una sentenza di assoluzione. La classica affermazione che ogni volta si ripete, e cioè “lasciamo che la giustizia faccia il suo corso”, oggi è un dato reale e certo. Gli imputati assolti possono piacere o meno, possono essere vicini alle idee politiche di un cittadino oppure no, possono essere considerati quel che si vuole, ma il giudice ha sentenziato che i reati a loro ascritti “non sussistono”. Chiunque è libero anche di non credere al giudice, come pure è possibile che un giudice sbagli perché la “verità processuale” può anche non corrispondere alla “verità reale”, ma tutto questo non può negare l’evidenza della sentenza.
Quando la giustizia, come accade nel nostro Paese, diventa spettacolo e fa nascere una sorta di tifo sportivo, è evidente che al termine della partita ci siano i contenti e gli scontenti. E’ assodato che coloro i quali in questi anni hanno detto e scritto le cose più inaudite sugli imputati, perché dettate da pregiudizi politici o da risentimenti personali, siano rimasti di stucco di fronte alla sentenza e, magari, sperano adesso in un appello del PM. Al contrario, tutti quelli che magari avevano dei dubbi circa le accuse ma hanno atteso in silenzio che la giustizia facesse il suo corso per il rispetto della dignità delle persone accusate, ora tirano un sospiro di sollievo perché la sentenza li ha assolti con formula piena.
In ogni caso c’è da augurarsi che le motivazioni della sentenza abbiano una solidità tale da evitare ulteriori appelli, i quali, oltre ad avere dei costi per i cittadini, rimetterebbero in moto la macchina giudiziaria. Ma se così dovesse accadere, si dovrà avere sempre rispetto per la magistratura. Ce ne sono esempi di personaggi politici, si pensi all’on. Calogero Mannino, le cui sentenze sono state ribaltate nei vari gradi di giudizio, fino all’assoluzione in terzo grado di giudizio.
La seconda osservazione è di ordine etico-politico.La sentenza assolve i fratelli Drago, Piero Torchi e gli altri ex dirigenti politici, ma questo non obbliga nessuna a dovere condividere quello che è stato il loro operato politico-amministrativo. A sentenza avvenuta, c’è chi invoca il loro ritorno per sollevare Modica e c’è chi ritiene che ormai debbano rimanere fuori dalla scena politica perché hanno determinato guasti notevoli. Opinioni. Tutte rispettabili. In una democrazia c’è libertà di pensiero, e saranno le regole democratiche, eventualmente, qualora si dovesse verificare un loro ritorno sulla scena, a stabilire l’ordine delle cose. Chi si mette o si è messo da parte perché oggetto di indagine giudiziaria, non è eticamente criticabile se al termine dell’indagine che ha sancito la sua innocenza, egli pensa di poter riprendere il cammino da dove lo ha lasciato. E’ questione di valutazione coscienziale, oltre che di natura etica. Altra cosa ancora è la valutazione di una opportunità politica(opportunità nel senso di “sarebbe proprio il caso di farlo?), che si pone, certo, in relazione con il dato etico.
E vengo alla terza osservazione, che è di ordine umano-relazionale.
Sicuramente tutti gli imputati di questo processo hanno avuto le loro sofferenze perché sono state stritolate dalla “macchina del fango, del gossip, del vituperio pubblico e di ogni altro attacco mediatico”. E’ chiaro che hanno subito un danno d’immagine. I modicani avranno potuto pensare, sia privatamente che pubblicamente, quel che hanno voluto dell’operato politico di Drago, dell’operato amministrativo di Torchi, e avranno potuto anche dare giudizi politici a seconda della propria convenienza di schieramento. Gli stessi protagonisti accusati lo hanno saputo da sempre. Ma i giudizi politici, gli attacchi che contestano scelte politiche ritenute sbagliate non possono ritenersi fango, perché sono legittime in una democrazia politica; altra cosa, però, è il gossip sulle persone, lo scavo nelle vite private, che Drago e quanti sono stati coinvolti in questo processo hanno subito. Questo credo sia stato un eccesso e una cosa da ritenere inaccettabile. Per il resto, dal punto di vista umano non può non esprimersi un compiacimento per l’assoluzione delle persone coinvolte, dato che il reato penale contestato è stato ritenuto inesistente con sentenza da parte della magistratura.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa