Scoperto un giro di matrimoni combinati. Modica, organizzavano matrimoni a pagamento, anche fino a diecimila euro, tra italiani e donne maghrebine. Denunciate 25 persone.

Scoperto dai Carabinieri della Compagnia di Modica un numero consistente di matrimoni combinati tra cittadini italiani e maghrebini residenti in Italia. L’organizzazione, gestita da cittadini maghrebini da tempo residenti in Italia, era operante a Modica e nel circondario. Si occupava di trovare un coniuge italiano, nella maggior parte dei casi un individuo in stato di indigenza, a cittadini maghrebini in scadenza di permesso di soggiorno da far convolare a nozze, in maniera tale da far ottenere loro il rinnovo automatico del titolo di soggiorno e bypassare le ordinarie procedure ministeriali che riservano esigue quote di ingresso in Italia ai cittadini originari del Marocco. Dopo qualche anno sarebbe poi partita la richiesta di cittadinanza italiana.
In molti casi il matrimonio è stato celebrato tra il cittadino italiano e lo straniero entrato clandestinamente in Italia al fine di evitarne l’espulsione. In altri il matrimonio è stato addirittura celebrato in Marocco, con tanto di falsa conversione all’islam da parte del coniuge italiano il quale, una volta tornato in Italia, ha avviato l’iter per il ricongiungimento familiare col coniuge all’estero.
Le indagini, condotte per oltre un anno dai Carabinieri di Modica sotto la direzione della Procura della Repubblica di Modica, hanno portato nel mese di gennaio al deferimento in stato di libertà di 25 persone accusate, a vario titolo, di favoreggiamento illegale dell’immigrazione clandestina e falsità ideologica.
Nella mattinata odierna i Carabinieri hanno dato esecuzione ad una misura cautelare a carico di 1 indagata di nazionalità marocchina per la quale il GIP del Tribunale di Modica ha ravvisato la necessità di limitarne l’azione al fine di evitare la reiterazione della sua condotta delittuosa, altri indagati destinatari delle misure vengono ricercati. BN, 34enne originaria di Marrakech, è stata sottoposta all’obbligo di presentazione giornaliera alla Caserma dei Carabinieri di via Resistenza Partigiana. Per lei l’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra gli stranieri favoriti dalla sua condotta delittuosa vi è stata anche sua sorella, sposatasi con un cittadino italiano in Marocco: durante le indagini il marito, originario di Giarratana, in evidente imbarazzo, aveva dichiarato di aver conosciuto la moglie casualmente su un noto social network, di averla sposata all’improvviso durante un viaggio in Marocco, ma di non ricordare né la data del matrimonio, né le generalità della moglie, né il suo numero di telefono. Le indagini avevano permesso, addirittura, di accertare come i coniugi, dopo essersi incontrati in Marocco per contrarre il matrimonio combinato, non hanno mai convissuto un giorno sotto lo stesso tetto coniugale. Un finto matrimonio costava intorno a 5000/10000 euro. Ne sono stati accertati almeno dodici.

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