Avevano disatteso la legge antimafia sugli appalti. Scicli, assolti in cinque

Una vicenda di appalti e subappalti finita davanti alla magistratura modicana, con imputato anche un collaboratore di giustizia che ha reso la sua testimonianza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore. Si tratta dell’imprenditore Salvatore Emilio Greco di Gela, coimputato insieme a Filippo Steno, allo sciclitano Pinuccio Carnemolla, e ai vittoriesi Benedetto Bordonaro e Cesare Di Paola, tutti difesi dagli avvocati Alessandro Agnello, Gabriella Olivieri, Bartolo Iacono e Giorgio Terranova, che il giudice, alla fine ha assolto perchè il fatto non sussiste. Il pubblico ministero, Diana Iemmolo, aveva chiesto la condanna a sei mesi di arresto e trentuno mila euro di ammenda ciascuno e la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica. L’accusa per gli imputati era la violazione della legge antimafia sugli appalti, nella fattispecie si trattava di appalti riguardanti la discarica di San Biagio a Scicli, per opere di sbancamento e di noleggio mezzi. L’appalto era stato aggiudicato all’impresa consortile San Biagio di Gela il cui titolare era Salvatore Emilio Greco, Bordonaro era il consulente tecnico dell’azienda mentre Carnemolla si occupava di gestire tutte le attività di cantiere. Siamo nel mese di dicembre del 2005. Ad un certo punto l’azienda aggiudicataria aveva ceduto in subappalto, stipulando un contratto di noleggio ad una seconda società, la Ipotep. Questo incarico, secondo la pubblica accusa, fu stipulando tra le parti senza che ne fosse data comunicazione agli organi competenti proprio come prevede la legge antimafia sugli appalti. Ecco che scattò l’inchiesta e il processo.

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