Blitz antiassenteismo Cup Modica: sospesi per due mesi un medico e quattro lavoratrici

Cinque misure cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale, Sandra Levanti, nei confronti di altrettanti dipendenti degli uffici modicani dell’Asp, coinvolti nell’operazione antiassenteismo dello scorso mese di maggio, eseguita dagli agenti del Commissariato. Si tratta di un medico e quattro dipendenti, raggiunti ieri mattina dal provvedimento interdittivo “della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio dagli stessi svolto nell’ambito del rapporto di lavoro alle dipendenze dell’asp di Ragusa”. In parole semplici sono stati sospesi dal lavoro per due mesi, così come aveva chiesto la Procura della Repubblica. Gli atti sono stati notificati ieri dalla polizia a R.P., 55 anni, medico, e a quattro lavoratrici, G.C., 57 anni, C.G., 52 anni, M.M., 59 anni, e M.T.O., 54 anni. Erano complessivamente ventidue i dipendenti dell’Asp, in servizio presso il Poliambulatorio di Via Aldo Moro, comunemente indicato come il “palazzo di vetro”, coinvolti nell’operazione. Lo scorso cinque novembre erano stati sottoposti tutti a interrogatorio di garanzia. Ognuno, chiaramente, aveva dato le proprie motivazioni circa le contestazioni che venivano fatte, ovvero uscita dal posto di lavoro senza autorizzazione o senza avere timbrato il badge e anche l’impiego delle card d’ingresso e di uscita per conto di altri colleghi. Non tutti hanno risposto alle domande del Gip, qualcuno, come nel caso del medico, si era avvalso della facoltà di non rispondere. I ventidue operatori sanitari, tra medici, funzionari, infermieri e impiegati erano stati assistiti dagli avvocati Salvo Maltese, Ignazio Galfo, Alfonso Cannata, Carmelo Ruta, Enrico Platania, Enzo Rizza e Antonio Borrometi. Dirigenti e medici, ad esempio, avevano fatto rilevare come durante gli orari di servizio avessero contatti con la direzione sanitaria o con alcune strutture del dirimpettaio Ospedale Maggiore per cui lasciano spesso il loro ufficio al Palazzo di vetro per raggiungere l’altra sede, sempre per motivi di lavoro. Un’infermiera in queste settimane è andata in pensione per cui non rischiava l’eventuale provvedimento restrittivo richiesto dalla Procura della Repubblica. Durante il blitz della polizia del maggio 2010 e in ore pomeridiane, su quaranta dipendenti ne furono trovati nei locali solo quindici.

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