Modica, anziano si allontanò dal ricovero e morì. In aula alcuni medici

Udienza dedicata all’escussione di alcuni medici e dell’infermiere che accudiva gli ospiti della casa di riposo dov’era ricoverato il modicano Vincenzo Giannì, 77 anni, deceduto tragicamente il 14 ottobre del 2006, dopo “un’agonia prolungata” come in precedenza ha puntualizzato il perito di parte civile, Maria Francesca Borlich. Il giudice monocratico del Tribunale, Antongiulio Maggiore, ha escusso alcuni medici, tra cui quello che aveva in cura numerosi anziani della casa di riposo di Contrada Pirato Cava Maria. Imputata è Maria Melilli, titolare della struttura, difesa dall’avvocato Gaspare Abbate, mentre le figlie del Giannì costituite parti civili attraverso l’avvocato Giuseppina Lo Castro. Giannì fu trovato in posizione prona. Secondo la Borlich aveva sbattuto la testa ed era rimasto in quelle condizioni per alcune ore ed era morto tra caduta ed exipus. “C’è stato un elemento stressogeno che ha determinato l’ischemia”. Il giudice ha rinviato tutti al prossimo 27 gennaio anche se ha già previsto un’ulteriore udienza per il 17 febbraio. Nella fase preliminare era stata scagionata la badante, C.G.E.. In un primo momento la Procura della Repubblica aveva contestato alla titolare della struttura e alla sua collaboratrice, solo il reato di omicidio colposo relativamente alla morte dell’uomo, ma poi ha contestato alla sola titolare anche l’esercizio abusivo della professione sanitaria perché avrebbe somministrato farmaci o punture, applicato o eliminato cateteri, si sarebbe prestata ad altre funzioni infermieristiche. E’ accusata pure di abbandono di persone incapaci perché la notte, quando l’uomo si era allontanato, nella struttura sarebbe rimasta una sola persona per accudire ai numerosi anziani, sedici.

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