Modica, operazione “Trash”. I giudici rigettano le eccezioni. Parte il processo

Ci sono volute due ore circa di camera di consiglio al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, Manenti, Chiavegatti)per assumere la decisione di rigettare l’eccezione della difesa sui contenuti degli atti di conclusione delle indagini notificati agli imputati. Secondo i difensori erano incompleti. I giudici hanno ritenuto che, comunque, gli interessati erano come formalità a conoscenza delle accuse. Si tratta del processo stralcio all’operazione “Trash” che già davanti al Gup, Patricia Di Marco, ha registrato, lo scorso giugno, la condanna a tre anni e quattro mesi per l’imprenditore di Giarratana, Giuseppe Busso, e l’assoluzione per il suo socio, col quale gestiva il servizio di igiene ambientale a Modica. Era stato assolto dal reato di peculato per una somma extra ricevuta dal Comune per l’operazione di spazzamento straordinario delle strade dopo Eurochocolate e per un episodio di abuso d’ufficio per la presunta mancanza di requisiti dell’azienda per potersi assicurare l’appalto del servizio di gestione dei rifiuti. In questo procedimento sono imputati un dirigente e tre dipendenti del Comune di Modica, A.P., M.N., V.P. e S.V., tutti impiegati presso il settore comunale di igiene ambientale. Le accuse sono abuso d’ufficio, peculato e frode in pubbliche forniture, sulla base delle prove raccolte dalla Guardia di Finanza per fatti risalenti al 2007 e ai primi mesi del 2008. Diciotto gli episodi contestati. I primi di luglio del 2008, cinquanta militari eseguirono oltre venti perquisizioni domiciliari e personali tra le province di Ragusa e Catania, volte a reperire eventuali altre fonti di prova utili alle indagini. Secondo la Procura, gli imprenditori avrebbero falsamente dichiarato di essere in possesso dei requisiti previsti per la partecipazione alla gara ed il successivo espletamento del servizio di raccolta e smaltimento dei Rsu del Comune di Modica, per gli anni 2007-2008, avrebbero utilizzato, nell’esecuzione dell’appalto, mezzi diversi ed in misura inferiore da quelli pattuiti nonché personale in quantità numericamente inferiore e con qualifiche differenti, ed inferiori, al pattuito, così ingiustamente lucrando circa 760 mila euro oltre il prezzo dell’appalto, già ritenuto non congruo. Ieri il pubblico ministero, Gaetano Scollo, ha chiesto l’ammissione di tutti i testi in lista, e i difensori, Vincenzo Iozzia, Giorgio Assenza, Giovanni Di Pasquale e Giovanni Favaccio, il contro esame. Si tornerà in aula il prossimo 4 luglio.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa