Sfratto dall’abitazione. Modica, “non fu atto violento”

Il giudice ha ritenuto che non ci siano stati atti violenti bei confronti della famiglia che occupava un appartamento di Via Sacro Cuore e ha rigettato l’istanza dell’avvocato Giovanni Iemmolo. E’ stato il giudice monocratico del Tribunale di Modica, in sessione civile, Francesco Chiavegatti, ad analizzare le posizioni assunte dalle parti. E.C., 41 anni, sfrattato con l’intero nucleo familiare dal proprietario dell’appartamento di Via Sacro Cuore, G.P.., dove risiedeva da alcuni anni, rappresentato dall’avvocato Iemmolo, aveva chiesto la restituzione dell’immobile dove tornare ad abitare insieme agli altri sette componenti la famiglia, tra cui due minori, che, secondo l’uomo, sarebbero stati costretti con la minaccia ad abbandonare la casa, i mobili e gli abiti, e a dormire per alcune notti in auto. Il legale aveva fatto rilevare l’illegittimo atteggiamento del proprietario dell’immobile poiché lo sfratto doveva avvenire secondo i termini di legge mentre, invece, i suoi assistiti sono dovuti andare via nell’immediatezza dall’appartamento e, addirittura, in un caso, il figlio del proprietario sarebbe entrato deliberatamente all’interno con le chiavi di cui era in possesso mentre non c’era nessuno in casa. Il proprietario, attraverso il proprio legale, si era detto disponibile a rinunciare agli arretrati ma voleva rientrare in possesso dell’appartamento. La famiglia sfrattata, dal canto suo, intendeva tornare nella struttura di Via Sacro Cuore provvedendo a saldare anche gli arretrati. Il giudice ha ritenuto non ci fossero possibilità di conciliazione tra le parti. Con la decisione del magistrato, dopo avere ascoltato alcuni testi, è stata, nella sostanza dichiarata la reimmissione in possesso dell’appartamento che la famiglia modicana aveva dovuto lasciare lo scorso mese di settembre. Ora ci sarà il ricorso.

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