La rivolta al centro di accoglienza di Pozzallo. I detenuti si difendono

Parlano gli imputati in aula, mentre i rappresentanti delle forze dell’ordine sono assenti tanto da costringere il giudice unico, Antongiulio Maggiore, a invertire le procedure. Gli otto dei tredici extracomunitari arrestati da carabinieri e polizia al Centro di Prima Accoglienza di Pozzallo a seguito della rivolta all’interno della struttura che hanno scelto il giudizio abbreviato, si sono difesi, respingendo le accuse. Due hanno sottolineato di essere stati svegliati dagli agenti durante la “sommossa” e di essere stati identificati successivamente, gli altri sei hanno detto che si trovavano davanti alla porta durante i fatti ma di non avere partecipato, nonostante la stessa porta fosse facilmente apribile. Uno, addirittura, ha sottolineato di essere stato ferito dal manganello delle forze dell’ordine alla mano. Sono tutti difesi dagli avvocati Franco Rovetto e Paola Ottaviano(quattro sono detenuti a Modica e altrettanti a Ragusa). Si tratta di Midhl Sabdiraoni, Amman Abda, Abdl Kabel Ben Moaooua, Sarchi Chokri, Mahomed Aloumi, Mafer Lazai, Mohamed Ali Ben Moaaomia e Wad Jalloud, tutti sedicenti libici ed egiziani. Sono stati accusati di devastazione, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’arresto era avvenuto lo scorso 22 agosto a seguito della rivolta presso il Centro di Primo soccorso di Pozzallo e alla colluttazione con le forze dell’ordine in servizio nella struttura, scaturita quando erano giunti sul posto i pullman che avrebbero dovuto trasferire altrove molti di loro. Nei disordini rimasero feriti, seppure lievemente, tre poliziotti, un carabiniere e un finanziere. Una cinquantina di immigrati erano riusciti a fuggire. La prossima udienza è stata fissata per il 13 febbraio.

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