Nell’incidente perse la vita Concetta Savarino. Modica, assolto il marito, rinvio a giudizio per proprietario del trattore

lucia de-bernardinPer il Gup del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, il responsabile della morto di Concetta Savarino, la donna modicana di 36 anni, vittima dell’incidente stradale verificatosi il due dicembre del 2008 a Cava Ispica, qualche decina di metri dopo il bivio per Rosolini, è solo il proprietario del trattore in sosta a i bordi della strada contro il quale impattò l’auto sulla quale la donna viaggiava. Non ha colpe, invece, il marito, Emanuele Cicero Santalena, 40 anni, Il Gup ha, infatti, rinviato a giudizio Giorgio Solarino, 36 anni, difeso dall’avvocato Salvo Maltese, che sarà processato il prossimo undici maggio, mentre ha assolto per non avere commesso il fatto, il congiunto, difeso dall’avvocato Dario Venniro, come richiesto anche dal pubblico ministero, Francesco Puleio, che aveva scelto il rito abbreviato. La sera del due dicembre 2008 l’auto condotta da Cicero Santalena andò a schiantarsi contro un trattore guasto, posteggiato ai bordi della carreggiata. Gli imputati, ovvero il proprietario del veicolo agricolo, Giorgio Solarino, e il marito della Savarino, erano accusati di omicidio colposo in concorso. Le parti offese sono i tre figli della coppia, rispettivamente di 12, 8 e 3 anni, per i quali è stata nominata curatrice l’avvocato Gabriella Olivieri, che si era costituita parte civile tramite l’avvocato Bartolo Iacono, e anche i genitori ed i fratelli della Savarino, patrocinati dall’avvocato Carmelo Vicari. Concetta Savarino morì qualche giorno dopo l’incidente, per le gravi ferite riportate, all’Ospedale Maggiore. La donna era sul lato passeggero dell’autovettura Audi A 4 condotta dal marito. Stavano percorrendo l’arteria non illuminata quando, improvvisamente, erano finiti contro il trattore che era fermo sul ciglio della strada periferica. L’impatto era stato violentissimo anche perché pare che il conducente l’utilitaria non si fosse assolutamente accorto dalla presenza ai bordi della strada del veicolo agricolo che il proprietario aveva dovuto abbandonare momentaneamente per un’avaria. Il marito era rimasto miracolosamente illeso, riportando solo qualche contusione. La Procura della Repubblica aveva nominato un consulente tecnico d’ufficio che aveva stabilito in 60 kmh la velocità tenuta dal veicolo mentre il consulente di parte aveva, invece, sostenuto che andasse a 120 kmh.

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