Modica, servizi sociali e operatrici licenziate. Iabichella(Confsal):” Sproloqui e assurdità, ma nessuna spiegazione razionale sulle modalità di assunzione utilizzate.”

Sulla vicenda dei servizi sociali di Modica e sulle operatrici licenziate, si è aperto uno scontro sindacale tra la Cgil e la Confsal. Quest’ultimo, attraverso Giorgio Iabichella, va all’attacco parlando di sproloqui e assurdità da parte della Cgil e di “decadimento” oramai prossimo. “E’ evidente – sottolinea Iabichella – che la Camera del lavoro di Modica sta raschiando il fondo del barile, plagiando le proposte che il sottoscritto aveva gia’ illustrato il 9 dicembre 2011 al Prefetto ed il 14 dicembre alle operatrici licenziate dalla cooperativa Il Gruppo. Difatti nel comunicato stampa del 15 dicembre 2011 si evinceva: “La proposta di Iabichella e’ di stilare una graduatoria generale che raccolga tutte le operatrici sociali che hanno lavorato, e lavorano tutt’ora, per le cooperative sociali affidatarie di servizi espletati dal Comune di Modica. “Garantiremmo a tutte le lavoratrici che le future riassunzioni, nel caso di passaggi di gestione di qualunque servizio, avverrebbero in modo trasparente ed equo -conclude Iabichella – evitando qualsiasi avversità tra le lavoratrici stesse e le cooperative sociali.” E continuava: “Abbiamo disposto, la costituzione di un “tavolo permanente”sulla grave questione … insieme alle ex lavoratrici e quanti vorranno sostenere la nostra legittima lotta.”Oggi si legge sui giornali, a firma della Camera del Lavoro della Cgil di Modica: “Vogliamo costruire un tavolo trilaterale, Amministrazione, Sindacato e Cooperative, che possa mettere a punto un protocollo d’intesa che prevede, nel suo articolato, una premialità di punteggio, da far valere, nelle gare d’appalto per i servizi sociali da espletare, a vantaggio di quelle cooperative che dichiarano di voler assumere personale che era stato escluso dai progetti precedenti.” La Cgil modicana ha tentato piu’ volte di calunniare il nome della Confsal, la quarta Confederazione sindacale italiana, firmataria di accordi nazionali, insieme alla “triplice”,anche con la Confindustria, e insinuando che non e’ titolata a rappresentare i lavoratori in seno al Comune di Modica. A livello provinciale (oltre che Nazionale) la Confsal (e tutte le 34 federazioni che la compongono) viene convocata da tutti, ed in tutti i tavoli sindacali e sociali, a Modica no!“Invito, innanzitutto, il segretario generale della Cgil, Giovanni Avola, a ridefinire il suo gruppo di dirigenza sindacale modicano, viste le assurdità espresse dal suo referente zonale di Modica, Piero Pisana. Consiglio, inoltre, al sig. Pisana di dedicare totalmente il suo tempo a svolgere il ruolo di teatrante, ruolo che meglio gli si addice visto le assurde affermazioni espresse sui giornali, ove si permette di affermare che la sola CGIL e’ titolata a rappresentare le lavoratrici( o le ex) ma non spiega mai, nei suoi interventi, con quale criterio sono state riassunte le predette operatrici sociali. Stando a quanto dice Pisana, tutte le ex lavoratrici dovrebbero rivolgersi alla Cgil, e dopo avere, probabilmente, “promesso” la loro iscrizione al sindacato, potranno, forse, essere riassunte in una qualche cooperativa subentrante nei servizi sociali collegati al Comune di Modica.““La libertà sindacale e’ diritto espresso chiaramente sia dalla Costituzione Italiana che dallo Statuto dei Lavoratori, oltre al fatto che non risulta al vero che la sola Cgil abbia firmato un CCNL delle cooperative, poiche’ anche la Fesica e la Fials ne hanno firmato uno, regolarmente registrato al Cnel Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), e visionabile su internet sul sito www.cnel.it.”“Nelle affermazioni di Pisana, ove asserisce che le sole operatrici iscritte alla Cgil hanno diritto di esser rappresentate, escludendo quelle che hanno delegato la Fials e la Fesica Confsal, si evince una violazione all’art. 15 del predetto Statuto dei Lavoratori (L.300/70) che cita “ È nullo qualsiasi patto od atto diretto a: a) subordinare l’occupazione di un lavoratore alla condizione che aderisca o non aderisca ad una associazione sindacale ovvero cessi di farne parte;
b) licenziare un lavoratore, discriminarlo nella assegnazione di qualifiche o mansioni, nei trasferimenti, nei provvedimenti disciplinari, o recargli altrimenti pregiudizio a causa della sua affiliazione o attività sindacale ovvero della sua partecipazione ad uno sciopero.”I paradossi espressi dal dirigente sindacale (di dubbia professionalità), e la presunta condotta antisindacale attuata, sia della Cooperativa Artemide che dell’Amministrazione Comunale, sono parte integrante dell’esposto indirizzato al Prefetto, alla Procura della Repubblica ed al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (organo ove sono presenti anche consiglieri della Confsal).

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