Il nuovo libro di Pisana. Carmelo Modica: “Io non sono indignato ma attendo che il ciclo si compia”

La presentazione del libro di Domenico Pisana ha seguito, non per merito o demerito del suo autore, che ha moderato personalmente l’incontro come se temesse che la discussione gli potesse sfuggire di mano, i canoni che caratterizzano il confronto politico dei tempi attuali; quello ben messo in evidenza da Domenico Pisana sia nei suoi interventi sia nei brani del libro letti da Giorgio Sparacino; quei canoni che non consentono di spaziare fuori dai consunti steccati di due tifoserie.
Purtroppo, escluso l’intervento del procuratore capo della Repubblica di Modica Francesco Puleio, che ha espresso in maniera efficace e convincente le ragioni della Magistratura specie per quanto riguarda la responsabilità civile del magistrato, i relatori non sono stati capaci di spostare la discussione su un piano di studio e riflessione disincantata. Eppure la presenza, in particolare, del prof. Barone e di Don Trombatore lasciava sperare che ciò potesse avvenire.
Ha cominciato don Trombatore osservando, all’autore del libro, il fatto che le sue critiche al centrosinistra sono scontate perché provengono da posizioni opposte. Il prelato, quindi, esclude che possa esistere una posizione “altra” rispetto alla destra ed alla sinistra o, ancora peggio, che non si possa mettere al centro il fatto per giudicarlo e chiedersi se è da uomini di cultura valutare lo stessissimo fatto (ad esempio il voltagabbanare ed il rubare), in maniera indulgente per la sinistra ed in maniera severa per la destra e, aggiungo io, se è un crimine culturale affermare che tale visione è nella stessa scia e coerenza “storica” della sinistra secondo la quale le brigate rosse che hanno ammazzato, col breviario marxista in mano, magistrati e poliziotti, furono prima sedicenti e poi “compagni che sbagliano”; e a quale mondo accademico appartiene il definire, nei libri di storia, Giuseppe Stalin un “Capo di governo” e Mussolini un “Dittatore”.
Ma il problema vero consiste nella ormai collaudata constatazione che queste mie affermazioni, a chi intende il dibattito in termini di tifoseria culturale, non sollecitano il desiderio di trovare metodi di ragionamento capaci di conseguire risultati disincantati ma risolvono il problema posizionandomi semplicemente nel clan dei “Berlusconiani” perpetuando, quindi, la teoria della doppia morale:
è possibile stare oltre la destra e la sinistra? No, il sistema non lo consente!
Giudico l’intervento del prof. Barone il più deludente. Questo giudizio ritengo sia da attribuire al fatto che da uno storico di professione mi aspetto di più, quindi trovo fazioso il suo rimprovero all’avv. Rustico, politico di centrodestra, per avere impiegato molto tempo per prendere le distanze da Belusconi senza, analogamente, quantificare il tempo che la sinistra ha impiegato per ammettere le sue pesantissime responsabilità sulle leggi che poteva fare e non ha fatto perché il modello Berlusconi avesse il sopravvento.
Un signore al termine del dibattito ha richiamato la trave e la pagliuzza inserendo, quindi tra le pagliuzze il potere che la sinistra aveva e non ha esercitato in particolare di approvare una legge sul conflitto di interessi e l’abolizione della legge elettorale. Eppure non ci vuole molto per verificare che in termini giuridici tra Belusconi e la sinistra su questi fondamentali temi esiste una totale e paritetica responsabilità contro la democrazia.
Ma perché dicendo questo io che non condivido la porcellum ed il resto devo passare, per questo signore come un berlusconiano solo perché richiamo le responsabilità della sinistra?
Quando termina un evento culturale ciascuno, oltre i singoli interventi, avverte climi, sensazioni e messaggi ultimi. Al termine di questo “dibattito” ho trovato conferma di un clima di fine ciclo e di decadenza culturale che ormai avverto in maniera solare da alcuni anni. E ciò l’ho meglio percepito, ieri, quando ho rilevato un totale accordo tra uno storico ed un prelato che hanno indicato il dito,Berlusconi, e non il cielo di una mediocrità che proviene da lontano; quando hanno indicato il dito, il berlusconismo e non il cielo ovvero il dato di fatto che il berlusconismo è una naturale e “necessaria”conseguenza di ciò che lo ha preceduto ecco perché diviene, mi perdoni Don Trombatore, risibile far riferimento alle collusioni della chiesa con il potere ai tempi di Belusconi senza una visione storica del fenomeno. Né mi sembra un passo da storico quello del prof. Barone che ha fatto succedere “l’abisso Berlusconi” ad un’epoca ideale dimenticando che Berlusconi seguì a tangentopoli e questa ad una immorale gestione del potere democristiano a livello centrale e del partito comunista nelle “regioni rosse” e ad una servile dipendenza dei due maggiori schieramenti l’uno dagli americani e l’altro dai comunisti sovietici: ma a quale Italia di bengodi fa riferimento il prof. Barone dalla quale Berlusconi dimostrerebbe discontinuità negativa?
Un appunto lo devo rivolgere a Domenico Pisana: è possibile indignarsi senza incazzarsi? Ed ammesso che fosse possibile, perché il linguaggio schietto e severo deve essere confuso con la violenza o con l’offesa o la denigrazione?
E se ciò è opinabile, un sindaco che non mi mette a disposizione gli atti originali del settimo centenario della Contea di Modica è un buono oppure un violento?
Avverto la fine dei tempi anche nel percepire che questo mio intervento sarà giudicato filo Berlusconi, perché “parla male della sinistra” e qualunquista “perché dice male di destra e di sinistra”, rancoroso sempre.

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