Oggi l’interrogatorio dell’infermiere. Modica, la gente: “Una bravissima persona”

Oggi davanti al Gip l’infermiere Vincenzo Giummarra, arrestato dai carabinieri per peculato e detenzione di sostanze stupefacenti. L’uomo, che si trova ai domiciliari, lavora al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore. E’ stato autorizzato a recarsi autonomamente in Tribunale. Di fatto, ufficialmente, all’Asp risulta in malattia anche se l’azienda probabilmente nelle prossime ore assumerà dei provvedimenti. In questo senso la Direzione Generale “venuta a conoscenza dagli organi di stampa della vicenda, manifesta il proprio rammarico per la grave notizia che vede, ancora una volta, personale dell’Asp destinatario di pesanti provvedimenti giudiziari”. L’Asp sottolinea il proprio apprezzamento e il vivo ringraziamento alle forze dell’ ordine per l’impegno continuo proteso a garantire il rispetto delle regole a tutela degli interessi di tutti gli onesti cittadini. Giammarra dovrà spiegare al magistrato la grossa quantità di medicinali, gran parte di natura dopante, che teneva a casa. Il suo arresto ha molto scosso non solo gli ambienti della sanità ma anche la cittadinanza. E’ conosciuto e professionalmente molto preparato. E’ dotato di grande disponibilità e altruismo, e non lesina prestazioni infermieristiche gratuite(in alcuni casi ha aiutato personalmente, persone in difficoltà economiche). E’, forse, tra i pochi che non si tirano mai indietro nemmeno nei casi più gravi. Probabilmente una denuncia avrà fatto scattare le indagini anche se il comandante Alessandro Loddo, non si è “sbottonato” in tal. L’uomo, sottoposto a perquisizione domiciliare alle prime ore di mercoledì, era stato trovato in possesso di 27 confezioni di medicinali a uso esclusivo ospedaliero alcune delle quali, inserite tra i medicinali disciplinati dal DPR 309/’90 (tabella II – sezione D)assimilabili a vera e propria sostanza stupefacente se il loro uso trascende quello medico. Proprio per questo l’infermiere, arrestato risponde sia del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente che di peculato. I militari hanno, altresì, sequestrato decine di fiale per prelievo sanguigno e un contenitore per trasfusioni sanguigne ancora intriso di sangue. Dell’attività intra-moenia non autorizzata non erano a conoscenza la direzione sanitaria del “Maggiore” e nemmeno il primario del Pronto Soccorso, Carmelo Scarso, raggiunto dalla notizia mentre si trova fuori sede.

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