Per il Comune di Modica sono morti nel 1981. L’Inps sospende la pensione a due coniugi e sospetta la truffa. Ma..sono vivi e vegeti

Essere in Germania e scoprire di essere morto in Italia. E’ la triste e grottesca vicenda di un pensionato modicano che da anni vive all’esterno dove i suoi figli sono sposati e lavorano. Alcuni anni fa ha raggiunto, insieme alla moglie, l’età pensionabile. Gli emolumenti mensili dall’Italia se li fa canalizzare direttamente in Germania. Ad un certo punto i due congiunti non ricevono più le pensioni ma una comunicazione dell’Inps che annuncia loro la sospensione della quota previdenziale. Per capire cos’era accaduto, l’anziano si è dovuto mettere in viaggio per la Sicilia. Una volta a Modica si è rivolto a un sindacato il quale lo ha invitato a richiedere dal Comune un certificato di “esistenza in vita”. L’ufficio, invece, gli rilascia uno stato di famiglia, per cui è, più tardi, visto costretto a tornare nuovamente in Municipio. Finalmente ottiene il necessario documento che consegna al sindacalista che si sta occupando della pratica. Redatta, l’istanza, viene inviata all’Inps. Di lì a qualche giorno presso la sede dell’organizzazione sindacale arriva una comunicazione dell’Istituto Previdenziale: “Stiamo verificando la situazione in quanto è in atto una truffa in nostro danno”, era in sintesi il contenuto della nota. L’Inps, infatti, aveva sospeso le due pensioni perchè i due richiedenti erano deceduti da almeno trentanni. “Com’è possibile”- si è meravigliato l’impiegato del sindacato – che siano morti, dal momento che erano in vita e che personalmente li aveva visti e “toccati”. Avviati i controlli è stato scoperto l’arcano: l’Inps aveva ragione. Agli archivi del Comune di Modica i due coniugi, residenti in Germania, risultavano deceduti dal 1981, cioè trentanni fa. Accertato questo, attraverso riscontri incrociati, l’Istituto aveva immediatamente sospeso l’erogazione degli emolumenti mensili e aveva avviato un’inchiesta per accertare chi incassava le due pensioni al posto dei coniugi “morti e sepolti”. Ora si sta cercando di ricomporre la vicenda: Comune e Inps, infatti, stanno studiando la via della Resurrezione mentre l’arzillo pensionato, oggi settantenne, si crogiola davanti alla frase tipica che in molti gli ripetono: “Anni che ti crescono”.

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