Modica, “Multisosta” in stato di agitazione

La sorte degli operatori della sosta a pagamento è, dopo un anno, ancora lontana dall’aver una ben precisa destinazione. Il consiglio comunale non ha potuto affrontare la problematica del servizio, pur in presenza di un atto deliberativo del Dirigente di settore che ritiene possibile il trasferimento di tale servizio alla Società “S.p.M”, dopo che il Sindaco, a seguito di una comunicazione dei Revisori dei Conti, , ha ritenuto chiedere il ritiro del punto all’ordine del giorno. “Vorremmo capire qualcosa – dice Salvatore Terranova dalla Cgil – perché su questo punto sembrano farla da protagonista solo le discussioni di corridoio o forse elementi esterni alla problematica. L’Amministrazione comunale deve rendersi conto che questo persistente traccheggiamento rischia di arrecare danni morali e psicologici agli operatori del servizio, che aspettano da un anno la definitiva collocazione rispetto alla loro troppo prolungata condizione anomala, nel senso che ad oggi essi intrattengono rapporti di lavoro all’interno di un servizio ancora risultante affidato ad una società messa in liquidazione (la Modica Multiservizi)”. La Cgil chiede al Sindaco di seguire personalmente la problematica, di rendersi conto personalmente che sulla destinazione del servizio della sosta a pagamento l’Amministrazione rischia di annegare dentro un bicchiere d’acqua, perché troppi attori sembrano aver assunto un ruolo che non compete loro. “Ferma restando la validità della proposta relativa al possibile trasferimento, per le ragioni più volte evidenziate, del servizio della sosta a pagamento alla Società “S.p.M” – aggiunge Terranova – senza che ciò determini scelte illegittime ed evitando che l’ente comune vada incontro ad un aggravio di spese”. L’organizzazione sindacale proclama l’immediato stato di agitazione e annuncia che mercoledì prossimo, dalle 11 alle 14, si terrà, presso l’ufficio del gabinetto del Sindaco, l’assemblea sindacale dei dipendenti per manifestare la loro condizione di lavoratori abbandonati e senza futuro, visto che, passato un anno, ancora non intravedono quale sorte occupazionale sarà loro data.

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