Multisosta a Modica. Il sindaco spiega

La questione del servizio di sosta a pagamento, con annessa quella che riguarda i lavoratori che vi operano, presenta aspetti talmente controversi dal punto di vista normativo e talmente delicati per le conseguenze che avranno gli atti attualmente allo studio dell’Amministrazione e del Consiglio, da fare ritenere che non sia opportuno farne oggetto di strumentalizzazione.
In questi termini chiarisce la situazione il sindaco di Modica, Antonello Buscema, dopo l’attacco della Cgil che ha annunciato per domani un’assemblea sindacale della categoria nell’Ufficio di Gabinetto del primo cittadino.
“Comprendiamo l’esigenza della Cgil – dice Buscema – di arginare le legittime preoccupazioni dei lavoratori, ma questo non si può fare lanciando all’Amministrazione accuse generiche e prive di fondamento. I rappresentanti dello stesso sindacato, infatti, ben sanno con quanta attenzione e senso di responsabilità questa Amministrazione si è impegnata per tre anni e mezzo a gestire nel migliore dei modi l’operazione di ristrutturazione delle società partecipate, mettendo tra gli aspetti prioritari la tutela degli stessi lavoratori.

Allo stesso modo, la Cgil ben sa quanto reale lavoro di approfondimento è stato profuso, in particolare in quest’ultimo anno, per dirimere il nodo del servizio della sosta, districandosi tra norme in continua evoluzione e sforzandosi di conciliare, ancora una volta, le esigenze del Comune con quelle dei lavoratori.

Rispetto a quest’ultima fase, e in particolare rispetto al fatto che l’Amministrazione abbia ritenuto di ritirare il punto nell’ultima seduta del Consiglio comunale, non bisogna confondere le tesi del Consiglio con quelle di un singolo consigliere: fino alla conferenza dei capigruppo che si è svolta lunedì 9 gennaio per accordarsi su come proseguire, tutti i capigruppo – eccezion fatta per uno – hanno anzi riconosciuto come opportuna quella scelta. Non l’Amministrazione infatti, ma i consiglieri avevano espresso la volontà di approfondire la tematica, anche alla luce della segnalazione che il Collegio dei Revisori dei Conti aveva fatto pervenire poche ore prima della seduta.

Ritirando quindi il punto non abbiamo fatto altro che assecondare l’esigenza emersa, dato che molti, legittimamente, non si sentivano pronti a discutere e ad approvare un atto senza fare le ulteriori verifiche suggerite dai revisori.

Che l’approfondimento condotto personalmente dal Sindaco, e nel suo complesso dall’Amministrazione, si consideri al momento concluso – e proprio nella direzione per cui i sindacati stessi hanno tanto insistito, ovvero quella di trasferire il servizio e i lavoratori nella società SpM – lo testimonia il fatto che, dopo la conferenza dei capigruppo di ieri, la proposta di delibera per la modifica dello Statuto della SpM sarà rimandata in Consiglio senza alcuna modifica.

Restiamo convinti, dal punto di vista dell’opportunità politica e della economicità per l’Ente, della possibilità e della convenienza di accorpare i due servizi in un’unica società, ferma restando la piena consapevolezza della ratio con cui la norma ci indica di tenere separati i servizi strumentali dai servizi pubblici a rilevanza economica e quindi del fatto che la nostra tesi, qualora verrà condivisa dal Consiglio, dovrà superare ancora almeno un altro scoglio: quello delle necessarie indagini di mercato che bisognerà effettuare per dimostrare che la scelta di mantenere in house questo servizio a rilevanza economica non andrà ad alterare la concorrenza.

Tuttavia non si può non tenere conto del fatto che la presenza di contrastanti interpretazioni giuridiche sulla norma comporti anche per gli stessi consiglieri la necessità di essere pienamente certi del contenuto degli atti che si vanno a votare.

Il Consiglio sarà dunque libero di approvare la delibera proposta dall’Amministrazione, elaborando sulla base degli approfondimenti sviluppati le proprie controdeduzioni al parere del Collegio dei Revisori, o viceversa di accogliere come effettivamente rilevanti i rilievi sollevati e richiedere il parere di altri organi tecnici.

Il nostro interesse è che si proceda, con la cautela e per il tempo che saranno necessari ed eventualmente anche con tutti gli approfondimenti che ancora si riterranno opportuni, ad approvare atti pienamente legittimi, a tutela tanto del Comune quanto dei lavoratori”.

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