Bimbo di Ispica precipita dalle scale di casa. E’ giunto in gravissime condizioni all’Ospedale di Modica. Trasferito a Catania

Dramma di una giovane coppia ispicese. Stamattina il loro bambino di tre anni è precipitato dal vano scala dell’edificio in cui risiedono, in Via Monreale a Ispica, facendo un volo di parecchi metri. La corsa all’Ospedale di Modica con l’auto del nonno, le scene strazianti di quest’ultimo e dalla giovane mamma. Il piccolo è giunto al Pronto Soccorso del “Maggiore” in arresto cardiocircolatorio. Tutto l’ospedale si è prodigato vista la gravità della situazione. Il bambino, G.I., dopo la Tac è risultato avere riportato numerosi traumi e fratture e soprattutto la frattura del mappamondo del cranio. Al Pronto Soccorso, in testa il primario Carmelo Scarso, si è fatto il “diavolo in quattro”. Il minore è stato rianimato e intubato, poi è stato trasferito nell’Unità di Rianimazione. Intorno alle sedici è giunto l’elisoccorso che l’ha trasportato all’Ospedale Cannizzaro di Catania dove esiste la Neurochirurgia. La sua vita è appesa a un esile filo di speranza. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Modica che hanno avviato le indagini. Il nonno, ancora con gli abiti e le mani insanguinati, ha raccontato tra le lacrime la vicenda, senza riuscire a raccapezzarsi. Il padre del bambino è stato raggiunto dalla tragica notizia sul posto di lavoro. Pare che il ragazzino si trovasse nel pianerottolo dell’appartamento al secondo piano di uno stabile di famiglia dove abita con i giovani genitori(al primo piano risiedono i nonni), entrambi ventiseienni. Con la mamma sarebbero dovuti uscire a fare una passeggiata e commissioni. Improvvisamente, forse una breve distrazione della donna, il bambino si è sporto dalla recinzione provvisoria in legno del vano scala, in attesa che si collochi un’inferriata, probabilmente perché aveva visto il nonno nella parte sottostante, al quale è molto legato. Sta di fatto che ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto facendo un volo di parecchi metri. Immaginabile comprendere cosa sia accaduto in quel momento, le grida disperate della madre, la corsa dei parenti e dei vicini, il bambino imbracciato e il viaggio disperato verso Modica con quei 22/23 chilometri che non scorrevano mai. La disperazione era l’unico sentimento che si leggeva sui volti al momento dell’arrivo nell’ospedale di Via Aldo Moro. Poi il trasferimento in Rianimazione con la prognosi riservata. Adesso c’è solo da attendere e da sperare che il bambino abbia la forza di reagire e di vincere questa prima battaglia della sua vita.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa