2800 PARTECIPANTI RIACCENDONO LA “VERTENZA RAGUSA” CON LA MANIFESTAZIONE DI PROPOSTA “TUTTI INSIEME PER IL RILANCIO IBLEO”. LUNGO CORTEO, INTERVENTI IN PIAZZA E INCONTRO IN PREFETTURA.

Una manifestazione colorata e pacifica, piena di lavoratori ma anche, purtroppo, di tanti disoccupati. E poi studenti, immigrati, molte donne extracomunitarie che lavorano nei magazzini di produzione della fascia trasformata. Naturalmente i sindacati, le associazioni di categoria, quelle datoriali, anche le diocesi di Ragusa e Noto che compongono il “Tavolo provinciale dello Sviluppo e del Lavoro” di Ragusa, organismo che ha organizzato l’iniziativa.

LA MANIFESTAZIONE
“Tutti insieme per il rilancio ibleo” con 2800 persone, questa la stima definitiva, che chiedono lavoro, credito, sostegno, infrastrutture. Lo hanno fatto “tutti insieme” attraverso un lunghissimo corteo che stamani ha attraversato le principali vie di Ragusa, con le musiche dei Pink Floyd e di Caparezza (“Eroe”), con al seguito camion e betoniere, in rappresentanza del settore degli edili e dell’agricoltura. C’era anche una bara con sopra gli ortaggi per denunciare la morte proprio del settore agricolo. Partenza da via Zama per poi concludersi nel cuore del centro storico, in piazza San Giovanni, dove si sono avuti gli interventi e le testimonianze di giovani, lavoratori, precari.

GLI INTERVENTI IN PIAZZA SAN GIOVANNI
Ad aprire è stata una lavoratrice precaria della Forestale, Grazia Palermo: “Non sopportiamo il silenzio delle istituzioni che sanno e fingono sui problemi del lavoro precario. Chi ha competenza intervenga”. Poi un toccante e commovente ricordo per Paolo Cannì, un giovane trentenne che esattamente un anno fa si suicidò dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento. In rappresentanza degli ordini professionali iblei è intervenuto Giuseppe Cucuzzella, presidente dell’Ordine degli Architetti: “Bisogna cominciare a bandire i concorsi di progettazione per rendere trasparente il mercato e aprirlo ai giovani”. In piazza anche i problemi della cooperazione sociale riportati da Marilena Meli: “Noi lavoratori siamo alla fine, siamo senza risparmi, non riusciamo ad andare avanti mentre i Comuni non pagano da due anni le cooperative”. A supportare la manifestazione anche la Chiesa, rappresentata da Renato Meli. Ha parlato a nome delle diocesi di Ragusa e Noto, chiarendo che la Chiesa non era intervenuta per protestare ma per supportare ed evidenziare una crisi che è sotto gli occhi di tutti e che ha molteplici aspetti: “La crisi morale, politica e culturale non riguarda solo le istituzioni ma anche le singole persone. Chi più chi meno nessuno, neanche la chiesa, è esente da responsabilità”, ha detto Meli lanciando infine un appello alla concretezza dei giovani. In corteo anche gli studenti di Classico, Scientifico, Geometra e Itis e dell’associazione “Grido”. Per questi giovani ha parlato Giuseppe Platania, rappresentante Unione degli Studenti: “Siamo qui per crescere e studiare, non siamo una forza politica ma il futuro passa da noi giovani. Noi vogliamo una nuova coscienza politica per cambiare insieme le cose”. I sindacati hanno chiesto impegno da parte delle istituzioni. Lo ha detto Giovanni Avola, segretario provinciale Cgil Ragusa in rappresentanza di tutti i sindacati. E’ partito dalla ritrovata e storica unità sindacale, poi il monito per la politica: “La nostra provincia soffre la disoccupazione giovanile e il gap infrastrutturale, si devono cambiare le prospettive. Non siamo per l’antipolitica e il qualunquismo ma non tollereremo più la latitanza della politica”.

CONCLUSIONE AFFIDATA A SANDRO GAMBUZZA PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO DI RAGUSA
A concludere gli interventi è stato Sandro Gambuzza, presidente della Camera di Commercio di Ragusa. “Qui sotto al palco c’è una bara a testimonianza della morte dell’agricoltura, una volta motore della provincia di Ragusa. Ci hanno venduto a Bruxelles, barattato a Roma e incartati a Palermo, insomma, una vergogna. Per ripartire vanno combattuti la burocrazia e i sistemi barbari con cui si vessano le imprese. Si devono commissariare le persone che non lavorano, chi guida i carrozzoni e non certo le imprese”. Gambuzza ha ricordato che saranno chiesti incontri con i vertici delle istituzioni superiori. “Chiederemo un incontro alla Regione – ha detto ancora Gambuzza – Il presidente Lombardo trova il tempo per i Forconi e non per sindacati e organizzazioni produttive. Vogliamo sapere con chi sta, se con lo sviluppo della Sicilia o se è per il consenso facile senza prospettiva. Chiederemo un incontro anche con i rappresentanti del Governo nazionale e in particolare con il ministro Passera. Se non ci vorranno ascoltare il nostro Tavolo permanente diventerà mobile e si trasformerà in un autobus per andare a protestare”.

INCONTRO IN PREFETTURA
A conclusione della manifestazione una delegazione si è recata in Prefettura per incontrare il prefetto Cagliostro, consegnare la piattaforma rivendicativa e chiedere incontro con i rappresentanti di Stato e Regione. Il rappresentante del Governo centrale ha preso atto della manifestazione sottolineando la forte valenza propositiva e si è reso disponibile ad attivare le interlocuzioni necessarie.

PRESENZE REGIONALI
Alla manifestazione provinciale sono intervenuti anche i rappresentanti regionali di Cgil, Cna, Cia, Confagricoltura, Ance a testimonianza dell’importante valenza dell’iniziativa unitaria e della necessità di avere risposte su vari livelli.
-Franco Tarantino, segretario regionale Fillea Cgil: “La crisi si supera se vengono utilizzate tutte le risorse disponibili per le infrastrutture evitando i continui rimpalli di responsabilità politica e bloccando l’inefficienza della burocrazia”.
-Carmelo Gurrieri, presidente regionale Cia: “Chiediamo al Governo regionale e a quello nazionale un concreto aiuto, l’agricoltura è ferma, rischia di morire per sempre”.
-Gerardo Diana, presidente regionale Confagricoltura: “L’agricoltura rischia di soccombere, ha bisogno di un rilancio, ma adesso, siamo all’ultima spiaggia”.
-Pippo Cascone, presidente regionale Cna: “L’artigianato soffre la crisi, ha bisogno di aiuti da parte di tutti. Si pensi al lavoro piuttosto che alle beghe politiche regionali”.
-Salvo Ferlito, presidente regionale Ance: “I grossi problemi sono la burocrazia e il credito delle banche. C’è anche il paradosso del rispetto del patto di stabilità. In pratica ci sono i fondi e non si possono spendere, o addirittura i lavori già eseguiti non vengono pagati mentre le imprese falliscono”

LA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA IN SINTESI
Sostenere le famiglie, difendere il lavoro, sviluppare le imprese attraverso un piano straordinario per il lavoro, infrastrutture coerenti e integrate, misure contro l’evasione fiscale, un sistema di tassazione equo e solidale, la semplificazione burocratica, la puntualità dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, l’abbattimento dei costi della politica.

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