Ato Ambiente Ragusa, PD. Lupo: “Dobbiamo continuare ad avere fiducia nelle regole democratiche”

A seguire un resoconto personale di Sebastiano Lupo, dirigente comunale del Pd di Ragusa, sul sit-in tenutosi davanti all’Ato Ambiente lunedì scorso. Ricordiamo che Lupo è stato capo del personale alla Polimeri Europa per circa vent’anni e, tra gli stabilimenti di Ragusa e Gela, ha gestito circa seicento persone.
“Lunedì scorso, afferma Sebastiano Lupo, dirigente del PD di Ragusa ci siamo trovati alle 10 presso l’Ato Ambiente nella zona industriale di Ragusa. Abbiamo animato il sit-in promosso dal Pd per manifestare contrarietà agli atti di dubbia legalità che continuano a consumarsi presso la società d’ambito. La giornata era fredda e ventosa, un tempo inclemente; ma eravamo in molti sotto le bandiere del Pd: segreteria cittadina, parlamentari dell’Ars, semplici iscritti. Riflettevo. Da un lato i capannoni della zona industriale, le strade con la loro segnaletica, il via vai dei mezzi, cantieri di lavoro attivi dove la mission è produrre beni e servizi. Dall’altro lato la vicenda dell’Ato Ambiente la cui mission è quella di chiudere una contabilità, una specie di conto corrente bancario tra dare ed avere. Invece i vertici si inventano i co.co.pro. per una attività inesistente in cui non viene prodotto nessun lavoro intellettuale/manuale. Due consiglieri del collegio dei liquidatori si dimettono per dire no a questo stato di cose. Istituzioni civiche si autoconvocano al capezzale di un carrozzone moribondo, impegnate a risolvere la problematica dei co.co.pro., preoccupate, per lo più, a tenere in vita linee clientelari e nepotismi. Quello che mi colpiva era l’arroganza del potere. La riunione all’interno della zona industriale in un ambiente sano fatto di imprenditori e maestranze che quotidianamente, fianco a fianco, operano in un contesto di crisi economica che morde i bilanci, con conseguenti ricadute negative sull’occupazione, i redditi, le sorti stesse delle imprese. I vertici dell’Ato, conclude Lupo, invece ad elargire quattrini della nostra comunità a persone che stanno a casa, al riparo da rischi, o che svolgono altri mestieri. Ragusa è caduta in un circolo di scoramento collettivo, un senso di frustrazione che si è trasformato in depressione. Nessuna autorità civile si è mossa per dissentire e denunciare. Solo il Pd continua ad avere il coraggio di mobilitarsi per ricordare alla cittadinanza di avere fiducia nelle regole democratiche e nella loro capacità di assicurare un minimo di equità alla nostra convivenza”.

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