Uno sciclitano e un pozzallese sulla Costa Crociere incagliatasi all’Isola del Giglio. Tre morti, 14 ferite

Ci sono due iblei a bordo della nave Costa Crociera, incagliatasi stanotte presso l’Isola del Giglio. Si tratta di Guglielmo Arrabito, 29anni, dj e tecnico suono, imbarcatosi due mesi fa, originario di Scicli, sposato e residente a Pozzallo e Francesco Gennaro, di 32 anni. Arrabito stamani alle 5 ha chiamato la moglie, che vive e lavora a Pozzallo, dicendo di star bene e di attendere il trasferimento, insieme ad altri, in una chiesa.

I contatti diretti fra Arrabito e la moglie si sono interrotti all’alba, dopo che il dj ha scaricato la batteria del cellulare. La Compagnia ha chiamato in mattinata la signora, assicurando che il congiunto è stato trasferito in albergo.

Panico al largo dell’isola del Giglio, nell’arcipelago toscano, dove ieri sera una nave da crociera Costa Concordia, si è incagliata tra gli scogli, a un miglio dalla costa. Una distanza troppo corta rispetto a quella di sicurezza che in quel tratto è di 5 miglia.

Nella carena uno squarcio di 30 metri ha fatto si che iniziasse a imbarcare acqua e a inclinarsi fino ad arrivare quasi a 90°. Lo scontro è avvenuto intorno alle 21,30, mentre l’ordine di evacuazione è partito solo un’ora dopo, intorno all 22,40. Nel panico che si è scatenato a bordo sono morte 3 persone e 14 sono state ferite.

L’imbarcazione era partita ieri sera alle 19 da Civitavecchia per un Giro del Mediterraneo con scalo a Savona, con a bordo 4229 persone, tutti portati a terra. Secondo Francesco Paolillo, comandate della guardia costiera di Livorno, non è ancora chiaro cosa sia successo, tanto che la Capitaneria di Porto ha già aperto un’inchiesta. Sembra che la Costa Concordia abbia “colpito un ostacolo” e che il capitano abbia provato a portarla in acque meno profonde. Ora, secondo i vigili del fuoco, l’imbarcazione dovrebbe essere stabile proprio perché avrebbe toccato il fondale, nonostante non sia “completamente sommersa” e la posizione non renda agevoli i soccorsi.

I pompieri stanno ora ispezionando i ponti finiti sotto al livello del mare, dopo aver messo in salvo i passeggeri che si trovavano sugli unici quattro ponti che erano in sicurezza. Il comandante dei Vigili del fuoco di Grosseto, Ennio Aquilino spiega che “ora con il personale speleo alpino fluviale contiamo di riuscire ad ispezionare gli altri 12 che sono fuori dall’acqua”. I sommozzatori, invece, scandaglieranno gli almeno cinque ponti che sono sommersi alla ricerca degli eventuali dispersi.

Intanto, è polemica sui soccorsi, partiti in ritardo secondo i testimoni. Nel momento in cui la nave ha urtato l’ostacolo, i passeggeri erano a cena, come racconta uno di loro: “Ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Un’ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione. Siamo andati alle scialuppe, ma non tutte andavano in acqua, alcune sono cadute sui ponti e c’è chi è rimasto ferito o contuso. La cosa più drammatica è sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare.

La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un’uscita.C’era anche chi si buttava in acqua”. Un altro supersite racconta: “Dopo l’incidente ci siamo diretti verso i punti che ci indicavano e abbiamo cercato di prendere un giubbotto salvagente mentre il comandante cercava di rassicurarci. Poi ci hanno imbarcato sulle scialuppe di salvataggio ma il personale non era assolutamente adatto a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati. Sulla scialuppa dove ero imbarcata io hanno cambiato anche il conducente. Dei giubbotti salvagente non funzionavano neanche le luci”

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa