Cgil, Cisl e Uil denunciato la grave situazione del Pronto Soccorso del “Guzzardi” di Vittoria

Cgil, Cisl e Uil portano all’attenzione, la grave situazione in cui versa il personale del Pronto Soccorso dell’Ospedale  Guzzardi di Vittoria, costretto ad operare in situazione di estremo disagio e grave emergenza, a causa della ormai perenne e persistente carenza di infermieri. “Da diverso tempo – dicono – gli infermieri del suddetto servizio lamentano una grave carenza di personale che, a fronte di una esigenza quantificabile, sulla base dei parametri di legge, in numero di 20 infermieri, ne conta come dotazione 14, di cui 2 unità assenti per gravi problemi di salute. Questo personale, congiuntamente al personale medico, nell’anno 2011, ha fornito all’utenza circa 36.000 prestazioni, numeri decisamente elevati rispetto all’entità del personale in servizio.
Gli infermieri in turno (2 unità la mattina, 2 unità il pomeriggio e 2 unità la notte), oltre a dover garantire l’emergenza, devono assicurare una serie di altre prestazioni: dal cosiddetto Triage, presupposto indispensabile per consentire la priorità di accesso alle cure, al servizio di centralino (la notte il servizio ospedaliero è sfornito di personale con tale profilo), ma anche devono operare ed ottemperare alle chiamate del personale reperibile per le urgenze nelle varie Unità Operative e si potrebbe continuare.
Le unità di personale in servizio sono palesemente insufficienti a garantire l’emergenza, per cui si assiste frequentemente ad episodi di aggressioni verbali, ma soprattutto fisiche (tutte con referto medico), da parte di utenti infastiditi dalle lunghe attese, attese che possono essere anche di ore, con grave e serio rischio per l’incolumità fisica dei lavoratori”.
Secondo le organizzazioni sindacali, i dipendenti sono altresì impediti, per tale stato di cose, a poter fruire del normale giorno di riposo, che debbono necessariamente saltare per garantire i turni, e che consente di individuare nello stress lavorativo la probaile causa delle gravi patologie che hanno colpito due infermieri dell’Unità Operativa.
Non è possibile, tra l’altro, poter usufruire del congedo ordinario, ormai una chimera, in quanto la relativa richiesta viene sistematicamente respinta per esigenze di servizio, per cui per questi lavoratori l’unica possibilità di assentarsi dal lavoro resta quella giustificata da gravi motivi familiari o personali, assenza che comunque non fa altro che ripercuotersi sul personale rimasto in servizio, che deve sobbarcarsi anche il carico di lavoro di chi manca.
Il recupero psichico-fisico, che pure è necessario ed indispensabile, resta pura utopia e lo stress che ne consegue espone i lavoratori a conseguenze serie sulla salute (sindrome del born-out), con possibili gravi conseguenze anche sulla funzionalità dei servizi, sulla qualità delle prestazioni e su un aumento del rischio cllinico.
Oltre a questa situazione già difficile, è necessario porre attenzione anche alla realtà della Pediatria dello stesso Presidio, ove il personale infermieristico, per la grave carenza numerica in cui versa, è costretto la notte a lavorare in turno con una sola unità, a non poter usufruire delle ferie e, in caso di assenze non previste, è costretto a non poter usufruire del giusto riposo.
Tra l’altro, lo stesso personale deve garantire assistenza ai bambini della corsia, con le patologie più disparate, e contemporaneamente assistere i neonati in termoculle, senza la presenza del medico. È da evidenziare che la contemporanea assistenza a neonati con patologia e bambini in corsia, aumenta il rischio clinico. Infatti, l’assenza di personale dedicato ai neonati in termoculle aumenta il rischio di trasmissione delle infezioni dai bambini ai neonati.

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