I POLITICI CURANO VERAMENTE GLI INTERESSI DEGLI ELETTORI? Dura analisi del cittadino che si sente sempre più abbandonato da chi dovrebbe proteggerlo

Non ho in questo momento un ricordo dell’attività politica o degli incarichi politici, del duo Minardo-Drago, negli anni ‘90, ma non mi interessa più di tanto perché il mio intento è quello di collegarmi alla loro capacità o intuito di essersi creato un bacino di voti in cambio di servizi. Erano i tempi in cui nella Provincia di Ragusa, abbondava di “deputati” e di “onorevoli” e arrivavano con leggi ad hoc finanziamenti per cosiddetti “cantieri scuola”, che non erano altro che interventi a sostegno dell’occupazione tramite l’impiego di soggetti disoccupati per la realizzazione di progetti di opere o servizi di pubblica utilità presentati dagli enti indicati nella legge regionale. I destinatari finali erano i disoccupati in genere con preferenza per quelli residenti nei Comuni dove si dovevano svolgere le attività del cantiere e con l’obbiettivo di offrire a chi era in cerca d’occupazione la possibilità di sperimentare e sperimentarsi all’interno del mercato del lavoro, mettendosi alla prova in prima persona. Ottimi progetti con destinazioni utili che hanno permesso l’acquisizione di competenze tecnico-professionali e specialistiche attraverso il lavoro sul campo ed esperienze dirette sotto la guida di esperti del settore. Da queste esperienze di tipo sociale-politico in Sicilia sono nati consiglieri, assessori, sindaci, onorevoli, senatori e anche ministri e sottosegretari, un’evoluzione per la politica regionale siciliana a dir poco “storica”.
Questo è il compito del politico, inventarsi ed adoperarsi per i loro cittadini e per il Paese, anche se qualcuno afferma che in questo modo si configura l’acquisto o lo scambio di voti. Il duo Minardo-Drago, si è adoperato per proporre leggi o applicare norme per sviluppare lavori socialmente utili (LSU) e anche, per questo hanno fatto carriera, proponendo uno scambio per la sua ascesa politica. Quindi gli elettori hanno dato un mandato di rappresentanza a un concittadino, il quale ha degnamente ricompensato in modo fattivo con il proprio lavoro di rappresentante politico.
Oggi, la Sicilia soffre per l’ingordigia dei propri rappresentanti politici, che superano ogni limite dell’immaginazione ed è notizia di questi giorni che il deputato regionale semplice in Sicilia, senza un solo incarico supplementare e residente a Palermo riceve di fatto, ogni mese, 14.808 euro netti, 177.696 l’anno, quasi 11 volte di più del reddito pro capite siciliano, che oggi è pari a 66% di quello medio europeo. Nessun rappresentante in Sicilia è capace di fare qualcosa per la propria terra, solo promesse in campagna elettorale, poi zero in tutto. Il “settore primario” oramai è vittima della globalizzazione, della scienza e della tecnologia, ma ancor di più sta subendo l’inefficienza, l’apatia e l’inettitudine del politico. La Provincia di Ragusa abbonda di questi “signorotti della politica”, tutti si dichiarano per l’Agricoltura, ma il poco che riescono a dare è vicino al niente: in tanti fanno proclami del loro interessamento con articoli sui vari quotidiani della provincia, ma nulla si muove e quello che è ancora più grave è che nessuno è capace di inventarsi qualcosa. Eppure la Provincia di Ragusa è un’economia supportata in modo forte dall’agricoltura, dove si registrano i valori più alti in assoluto fra le province italiane in materia di valore aggiunto in agricoltura, accanto alla quale si è sviluppata nel tempo una rete produttiva di piccole e medie imprese che ha segnato il passaggio da una microrealtà di artigiani ad un sistema di produzione di beni e di servizi che sta fruendo positivamente della realtà delle aree di sviluppo industriale e che si proietta in modo sempre più importante verso le aree di scambio nazionali e internazionali, europee e mediterranee.
Eppure, i vari sindaci della provincia hanno bussato nelle case degli agricoltori per avere il loro consenso in cambio di un impegno maggiore di quanti li hanno preceduti. A Modica, il Sindaco è ben radicato nei meandri della politica che può dare un segno tangibile, ma anche lui è probabilmente vittima del sistema. Lui che è stato all’opposizione, ha chiesto all’industria come all’agricoltura, di essere appoggiato alla sindacatura, approfittando delle conoscenze nel settore. Ad oggi, il silenzio che risulta interrotto da qualche singhiozzo, vedi Chocobarocco o la Casa delle Farfalle, ma quello che fa maggior impressione è che non è riuscito a trovare un consulente o un trascinatore che possa dare uno startup all’economia locale: poco in quanto a promozione e valorizzazione delle produzioni locali. In una recente conferenza stampa il Sindaco Buscema, alla domanda di un giornalista circa l’interesse dell’amministrazione verso l’attività che è svolta nelle campagne del modicano, ha risposto “stiamo seminando”. Ma si sta realmente interessando o ha pensato bene di stoppare possibili altre domande che avrebbero rattristato il momento di festa per i numeri che venivano presentati quali risultati della sua amministrazione?
Eppure, tramite l’Assessorato delle Risorse Agricole Alimentari della Regione Siciliana, attraverso la partecipazione della SOAT Modica è riuscito ad ottenere beni e servizi per un importo del valore di quarantamila euro a favore dell’iniziativa Chocobarocco Modica 2010. Quindi, non mancano le capacità e gli agganci giusti, ma è necessario circondarsi di persone che non abbiano la necessità di avere una poltrona, bensì che abbiano il piacere di “fare” per la propria città. Il politico che è già al governo, non deve lottare per essere nominato ma ha i suoi quattro/cinque anni, togliendo i periodi dedicati alle distribuzioni degli incarichi, per dedicarsi ai suoi elettori e per conquistarne il consenso, anche di coloro che non lo hanno eletto.

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