PROTESTE IN SICILIA: OGGI COME ALLORA! ANTUDO: “Animus tuus dominus”, dal lat.*Il Coraggio è il tuo Signore.

Da giorni, le nove province siciliane sono assediate da blocchi e presidi permanenti nati con l’intento di arrestare ogni tipo di trasporto e di attività produttiva. Il “Movimento dei forconi” e “Forza d’urto” sono i comitati che rivendicano i diritti degli autotrasportatori, degli agricoltori, del mercato ortofrutticolo e ittico, dei commercianti, degli imprenditori che insieme a studenti e disoccupati protestano perché si sono visti depredati del loro lavoro e quindi del futuro! La mobilitazione che ha interessato in questi giorni la nostra isola è stata chiamata in vari modi, tra cui: il ritorno dei “Vespri siciliani”, “Le cinque giornate di Sicilia”, “La rivoluzione siciliana”.
Se qualcuno credeva che la Sicilia sia una terra con l’anima sommersa e che il suo popolo abbia perso le sue antiche origini battagliere, dovrà ravvedersi di certo!
La cosa più incisiva emersa da questi giorni di proteste e fermi è la rievocazione di un’unica voce, di quell’identità di un popolo unito che vanta l’orgoglio di appartenere ad un terra florida, propizia e fruttuosa che da’ tanto ai suoi figli, i quali però sono defraudati da un governo che non riconosce nulla, se non tasse e accise! I movimenti spontanei, nati dalla disperazione e da un famelico bisogno di cambiare le sorti infelici della nostra terra, hanno dato voce all’antico ardore, furore alimentato dalla disperazione e dalla voglia di riprendersi ciò che vediamo crescere o produrre sotto i nostri stessi occhi: i frutti della terra e i prodotti locali, senza tutte le numerose tassazioni e gli ostacoli burocratici che intoppano solamente la crescita.
In ogni modo è stata una settimana che non dimenticheremo facilmente, sempre se tutto avrà fine come preventivato, dato che i tir dell’Aias non sono autorizzati a fermarsi più di cinque giorni, altrimenti le forze dell’ordine saranno abilitate ad intervenire per riportarli in autostrada.
“Antudo” (dal lat. animus tuus dominus il coraggio è il tuo unico Signore) è stata una parola pronunciata come segnale di riconoscimento dal popolo siciliano organizzato sia durante i Vespri del 1282 che durante le rivolte contadine del 1647, i moti del 1820, la rivolta antiborbonica del 1847 e negli anni del separatismo nel 1940. Questa parola ha ridestato tante volte gli animi dei siciliani e si potrebbe dire che lo stesso termine può riassumere ciò che sta accadendo in questi giorni nella nostra Sicilia: il Coraggio è il tuo unico Signore! Eh si, il coraggio di far valere i propri diritti, il coraggio di rivendicare i frutti del tuo lavoro onesto, il coraggio di dire no a chi ti promette cosa se vendi il tuo voto, la tua anima…
Chissà se tutto questo rappresenta l’inizio di un cambiamento radicale; magari si racconterà sui libri di storia che il popolo siciliano per primo ha ridestato quel bisogno, comune credo a tutti gli italiani, di riacquistare Coraggio per riprenderci quello che norme ingannevoli e politicanti ladri ci hanno rubato nel corso degli anni: la dignità di lavoratori e di cittadini!

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