L’insorgere degli individualismi ed un mancato senso di obiettività menomano le giuste ragioni della protesta di “forza d’urto”. La riflessione di Ballarò

Dopo una settimana di lotta partita all’insegna dell’univocità di vedute tra i rappresentanti dell’autotrasporto e quelli delle altre categorie produttive che si erano riuniti sotto la sigla “forza d’urto”, è arrivata la rottura per essere maturata in alcuni di loro una diversa concezione di portare avanti la lotta fino al perseguimento degli obiettivi.
Schierarsi con Richichi piuttosto che con Ferro, avrebbe una valenza assolutamente relativa, considerato che la diversità d’opinione caratterizza il genere umano ma certamente da questa spaccatura emerge il dato che in ogni situazione si tende sempre a far prevalere la concezione individualistica rispetto a quella generale che rifugge i personalismi.
Le manifestazioni dei giorni scorsi, conseguenza di antiche disattenzioni dei politici e delle Istituzioni verso alcune categorie di lavoratori,per la fondatezza delle loro rivendicazioni, hanno avuto il merito di coinvolgere una parte rilevante della società civile, come non avveniva da tanto tempo, ma hanno mostrato anche il limite di non aver centrato fino in fondo il bersaglio da colpire, ovvero i Palazzi del potere dove si annidano vecchie e nuove storture che ove non eliminate, renderanno impossibile un reale cambiamento della società e la soluzione delle problematiche per cui legittimamente si è manifestato.
Perché i leader di questa battaglia non hanno chiesto al Governatore della Sicilia di mettere mano ad una serie di provvedimenti volti a cancellare i privilegi dei soliti noti, a smetterla di continuare a nominare centinaia di consulenti con compensi milionari, tra i trombati della politica, a mandare in pensione dopo 20 anni i dipendenti regionali, mentre per gli altri lavoratori non ne bastano 40 ?
Questi sono i punti che rendono impossibile una prospettiva di equità sociale ed utopistica la soluzione di qualunque problema che affligge le categorie produttive e tutti i cittadini.
Perché Richichi e Ferro, non hanno pensato di presidiare la sede del Parlamento regionale fino a quando non sarebbero stati emessi quei provvedimenti che avrebbero consentito realmente di dare risposte concrete alle loro rivendicazioni ?
Fino a quando le manifestazioni di protesta, non riusciranno a trovare il coraggio d’individuare i veri responsabili che hanno prodotto l’impoverimento della società ed il fallimento di migliaia d’imprese e pretendere un’inversione di tendenza, si continuerà a gridare nel deserto, dove l’unico risultato possibile è quello di non essere ascoltati e creare solo guerre tra i poveri e divisioni sociali.

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