Asp 7: “Nessuna chiusura dell’Urologia a Comiso giacchè al “Regina Margherita” non esiste tale Unità Operativa

Dopo l’ennesima distorsione dei fatti, pubblicata in alcuni giornali on-line, riguardante l’Ospedale Regina Margherita di Comiso, l’ASP di Ragusa intende fornire alla cittadinanza i seguenti chiarimenti:
– Non è stata operata alcuna soppressione del Reparto di Urologia di Comiso, ciò dipendendo da alcune condizioni reali incontrovertibili,
– non esiste nella pianta organica regionale una U.O. di urologia di Comiso, e dunque non si può “chiudere” qualcosa che formalmente non c’è. Esiste di fatto un servizio di day surgery, previsto dal Piano sanitario Regionale, strutturalmente locato presso il nosocomio di Comiso e funzionalmente legato all’unica U.O. esistente, l’Unità Operativa Provinciale di Urologia,
– alla luce di quanto sopra, è logicamente derivato che l’organico dell’urologia è unico, che il personale medico specialista in urologia fa parte di questo organico unico e che partecipa ad una naturale rotazione dei turni, meccanismo quest’ultimo che consente l’ottimizzazione delle prestazioni rese all’utenza e, al contempo, un omogeneo aggiornamento professionale di tutti i sanitari,
– Il valore riconosciuto dell’attività degli urologi di Comiso è tenuto in debito conto dall’Azienda, che può valutare una riconversione dei posti al fine di migliorare l’offerta fin qui disponibile,
-I dottori Caruano, Cannata e Iurato, che operano nell’ambito urologico all’ospedale di Comiso, sono stati invitati – da parte del responsabile provinciale prof. Serrao –  ad effettuare, come tutti gli altri dirigenti medici, alcuni turni di servizio presso la U.O. di Urologia a Ragusa, ciò non comportando alcuna sottrazione di funzionalità al Regina Margherita, in quanto si è disposto che tale “trasferta” debba avvenire nei giorni in cui non si tengono sedute operatorie a Comiso, ovvero nei giorni in cui la presenza degli stessi medici non è giustificata presso il nosocomio ipparino.
Si conclude questa nota sottolinenando la necessità costante, da parte dell’ASP,  di dover praticare una modalità di informazione e di comunicazione mirata purtroppo alla disconferma di notizie infondate e pretestuose, utili solo al mantenimento di una logica politica di campanilismo, dannosa oltre che anacronistica.

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