Dal pianeta distance dei politici di professione al pianeta hypocrisy dei tecnici prestati alla politica. La riflessione di Ballarò

Se è acclarato che i politici di mestiere si caratterizzano per essere distanti, come se vivessero su un altro pianeta, dalla vita reale e dai problemi ad essa collegati, cominciamo a scoprire che i cosiddetti tecnici che prendono in comodato i Palazzi della politica, abitano sul pianeta hypocrisy che non è meno pericoloso di distance.
Questo Governo Monti che sta tentando di scongiurare il fallimento dell’Italia e che per molti versi va lodato per il coraggio d’aver assunto delle responsabilità non certo di poco conto, comincia però ad evidenziare, solo dopo due mesi dall’insediamento, che in fondo non è molto diverso nel concepire alcuni vecchi vizi, tipici della politica professionale.
In questi giorni, l’Italia è in subbuglio perché molte categorie produttive manifestano un disagio accumulato negli anni e perché non condividono alcuni provvedimenti varati da questo Governo che si sta arrampicando sugli specchi per tentare di salvare il salvabile d’un Paese nel quale ormai sono poche le cose che continuano a funzionare.
La protesta degli autotrasportatori, degli agricoltori e dei pescatori,partita dalla Sicilia,dove si sono aggiunte tutte le altre categorie sociali, ha contagiato molte altre Regioni del Paese, bloccando di fatto tutte le attività, con danni economici di cui l’Italia avrebbe necessità di farne a meno.
Il nostro Governatore è riuscito ad avere un incontro con il professore Monti che, bontà sua, è stato ricettivo alle istanze presentate e si è impegnato a creare la prossima settimana dei tavoli tecnici per esaminare il dossier presentato da Lombardo per la Sicilia.
Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché i provvedimenti varati che debbono colpire le tasche dei cittadini, hanno effetto immediato,talvolta retroattivo, mentre per qualunque decisione volta a risolvere problemi di qualche categoria, c’è sempre bisogno di tavoli tecnici, commissioni speciali e tante altre prese per i fondelli che non fanno altro che indignare la popolazione più di quanto lo sia già.
I cittadini più pazienti dicono che è giusto, poiché bisogna studiare le richieste. Ma davvero c’è da studiare qualcosa?
Ridurre le accise sui carburanti in Sicilia, è un atto dovuto e per scoprire che in Sicilia insistono raffinerie che lavorano il 40% del prodotto nazionale, basta una telefonata ad un Prefetto e verificare contro ogni logica che paghiamo il carburante più d’ogni altra Regione.
Intervenire sui costi autostradali perché il trasporto gommato non riesce più a sopravvivere è un’operazione che non ha alternative se non si vuole il fallimento di migliaia di aziende.
Prendere atto che gli operatori agricoli sono al fallimento è qualcosa che sanno anche in Groenlandia; ritardare gli interventi, significa solo decretarne la morte.
Mostri questo Governo la stessa solerzia nel colpire le tasche degli Italiani ed eviti che tante mine vaganti possano esplodere per effetto di atteggiamenti che la popolazione non può più sopportare.

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