Polocommerciale Modica: “Attendiamo risposte per affrontare l’emergenza legata alla protesta “Forza d’Urto”,

A una settimana di distanza dal vertice in Prefettura con il quale abbiamo chiesto alle istituzioni di farsi carico, nell’affrontare l’emergenza legata alla protesta “Forza d’Urto”, di individuare soluzioni adeguate per tutti, ovvero tanto per i manifestanti quanto per coloro che da questa protesta hanno ricevuto danni irreparabili, torniamo a chiedere innanzitutto ai soggetti politici che rappresentano questa Città e questa Provincia di decidersi a mettere sul serio queste questioni al primo punto della propria agenda.
Il rischio è infatti che, smobilitati i presidi e allentata la pressione, la politica pensi di poter temporeggiare ancora su questioni che sono vitali per impedire l’implosione del sistema economico regionale. Questo è il momento, invece, per lavorare a provvedimenti strutturali per le categorie colpite. “Per quanto ci riguarda – spiega il presidente del Polocommerciale di Modica, Girolamo Carpentieri – non possiamo tacere i danni che abbiamo ricevuto da questo periodo: un tracollo degli incassi che rappresenta una zavorra che dovremo portarci dietro, una ferita che non basteranno mesi a sanare. Adesso che possiamo affrontare il problema a mente fredda, ci stiamo già adoperando, con l’ausilio dei nostri tecnici e dei nostri consulenti, per formulare una piattaforma di richieste che siano realistiche e percorribili come contenuti per il riconoscimento di uno “stato di crisi”.
Sia chiara però una cosa, rispetto alla quale non accettiamo strumentalizzazioni: chi ha rinunciato a giorni di lavoro per presidiare piazze e strade, e chi ne ha pagato le conseguenze (noi, come tanti altri), siamo vittime dello stesso sistema di irresponsabilità. Le colpa di questa situazione non può essere da nessuno attribuita semplicisticamente solo al metodo scorretto con cui la manifestazione è stata condotta, rischiando di fatto di trasformarsi in un suicidio economico e sociale della Sicilia. Noi che abbiamo chiuso i negozi per essere solidali con chi ha protestato, noi che siamo stati in strada con loro, noi che siamo stati i primi e per molto tempo gli unici a chiedere che le loro rivendicazioni fossero trasferite e affrontate nelle sedi istituzionali, sappiamo che la prima e più grande colpa è di una classe dirigente che per troppo tempo ha fatto orecchie da mercante rispetto ad una situazione di disagio e sofferenza che è degenerata in queste forme scomposte dettate dalla disperazione.
Le iniziative da noi autonomamente intraprese, dall’occupazione di Palazzo San Domenico alla concertazione con il Prefetto, dimostrano che, da soggetti che sono presenti nel tessuto economico e sociale della città, abbiamo sentito il dovere di agire non solo a tutela delle nostre imprese ma di un interesse generale, che non può prescindere dall’affrontare e risolvere problemi così gravi che affliggono una porzione così importante del nostro sistema economico.
Ponendoci in continuità con questo atteggiamento, dunque, non ci limiteremo a sollecitare le soluzioni che ci riguardano direttamente, ma intendiamo continuare a svolgere questo ruolo di mediazione, se è necessario sostituendoci a chi ha abdicato al proprio. Di fronte al rischio che la politica, ma anche le associazioni di categoria e i sindacati, non si dimostrino davvero consapevoli dello schiaffo che hanno ricevuto da questa manifestazione, resteremo vigili, propositivi e incalzanti, affinchè questo sia davvero il momento di attuare politiche a sostegno dell’economia reale di questa terra, della produttività e del lavoro”.

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