CHEESE ART 2012: PRESENTATA STAMANI L’ASSOCIAZIONE WWTCA UNISCE I RICERCATORI DI 19 PAESI DEL MONDO. LICITRA: “UNA COMUNITA’ SCIENTIFICA AL SERVIZIO DELLA QUALITA’”.

Con un convegno internazionale a cui hanno preso parte numerosi relatori stranieri, è stata ufficialmente presentata stamattina al CoRFiLac di Ragusa l’associazione WwTCa, World-wide Traditional Cheese association, l’organismo che unisce oltre 140 associati da 19 Paesi diversi con l’obiettivo di creare un network scientifico internazionale che tende a migliorare la qualità produttiva della filiera lattiero casearia ma anche ad educare produttori e consumatori a saper comprendere il valore e il significato reale di quelle produzioni a valenza culturale, proprio come i formaggi. “La nostra idea è quella di lavorare in modo sinergico – spiega Giuseppe Licitra, presidente del CoRFiLaC di Ragusa – con lo scopo di determinare le caratteristiche dei formaggi tradizionali prodotti nel mondo, le caratteristiche delle tecnologie di produzione insieme all’importanza dell’utilizzo di attrezzature tradizionali. La volontà è quella di uniformare metodologie scientifiche e tecnologiche con l’obiettivo di rendere i protocolli sperimentali più omogenei per consentire una maggiore confrontabilità dei risultati. La WwTCa è nei fatti un network scientifico internazionale che permetterà a tutti i ricercatori che operano nel settore delle produzioni lattiero-casearie di interagire tra loro integrando conoscenze e azioni. Una comunità scientifica internazionale al servizio della qualità”. Durante la mattinata sono stati numerosi i contributi forniti dai vari ricercatori scientifici presenti a Ragusa e provenienti dagli Usa, dalla Francia, dal Portogallo, dalla Svizzera, da Cipro, dalla Tunisia, dalla Grecia, dalla Mongolia, dalla Spagna, dall’Egitto, dalla Turchia e dal Benin. Il prof. David Barbano della Cornell University ha rimarcato la validità dell’iniziativa avviata in campo internazionale sottolineando l’impegno profuso dai ricercatori del CoRFiLaC per l’innalzamento della qualità nella produzione dei formaggi guardando con attenzione alle varie fasi di trasformazione del latte e all’uso degli strumenti tradizionali come le tine di legno che sono in grado di mantenere la microflora presente nel biofilm che caratterizza le produzioni casearie. Un lavoro di ricerca molto complesso ma teso, come ha spiegato il docente americano Paul Kindstedt, a formare i casari del futuro anche rispetto alla sicurezza alimentare che deve essere sempre posta in primo piano a garanzia dei consumatori. Del resto i mercati, specie quello americano, non perdona difformità alimentari nei formaggi tradizionali. E’ anche da questo passaggio è possibile garantire il giusto prezzo ai produttori. Attraverso la WwTCa i ricercatori si uniscono a livello mondiale, dimostrando di andare avanti tutti insieme per cercare la qualità. Un percorso senza il quale, ha ricordato la ricercatrice Sylvie Lortal dell’Inra della Francia, c’è il concreto rischio di perdere il contatto con i sistemi tradizionali della filiera casearia dove il legno è attore vivo nella produzione artigianale, come dimostrato anche da Marie Christine Montel che dalla Francia ha illustrato le ultime ricerche sulla diversità microbica presente nelle singole produzioni. L’abbattimento dei patogeni, senza la necessità di eliminare tutti batteri della microflora, permette di garantire la salubrità del prodotto che finisce sulle tavole dei consumatori. Tra gli interventi di stamani anche quello dell’on. Salvino Caputo, presidente della commissione Attività Produttive dell’Ars, che ha invitato il CoRFiLaC ad andare avanti nell’attività di ricerca. “Piuttosto che promuovere disegni di legge tesi a sopprimere i consorzi di ricerca, il Governo regionale dovrebbe venire qui e rendersi conto delle eccellenze raggiunte e che il territorio riesce ad esprimere in modo così evidente. L’Ars ha sostenuto questo centro di ricerca, alla fine è prevalsa la politica istituzionale che guarda alla Sicilia che produce, che lavora, che si inventa e che riesce a valorizzare le produzioni tipiche come quella del formaggio. Sollecito allora il prof. Licitra e il suo staff di ricercatori ad andare avanti e a proseguire un lavoro che è di fondamentale importanza per l’intera Sicilia”.

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