Vittoria: La protesta dei commissionari in piazza, interviene Aiello “Si manifesti il disagio in modo chiaro, senza contraddizioni”

“E’ il cuore della contraddizione e del conflitto”. Così il consigliere comunale di Mdt, Francesco Aiello, definisce la sconcertante iniziativa dei commissionari ortofrutticoli che, sabato scorso, in piazza del Popolo a Vittoria, hanno distribuito ai cittadini, chi sa con quali finalità, qualche decina di cassette di zucchine rimaste invendute. “I commissionari – dice Aiello che parla anche a nome dei Comitati in Rete aderenti alla Fima, la Federazione Italiana dei Movimenti Agricoli – distribuiscono in piazza merce invenduta proveniente dai produttori, dopo avere digerito e accettato sostanzialmente la chiusura del mercato per due settimane. Non era mai accaduto che tir selvaggio mettesse ko, con il consenso compiaciuto dei commissionari e di una parte minoritaria dei produttori, tutti i mercati della zona trasformata. Nei fatti è quello che si è verificato. Nell’indifferenza totale delle istituzioni. Forse perché l’obiettivo di tanti era quello di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle stesse istituzioni. Qualcuno ha preferito sorvolare sui temi della commercializzazione e della formazione dei prezzi all’origine e spostare volutamente l’attenzione dell’opinione pubblica verso temi generici e generali: bisognava nascondere le drammatiche condizioni di illegalità in cui versa la filiera agroalimentare dominata da speculazione e mafie per aggregare tutti in un fronte unico di protesta? Ma la filiera è marcia alla radice e dalla base bisogna partire”. Aiello continua: “La Fima ha capito bene cosa c’è dietro questa amara vicenda siciliana. Ed è anche per questo motivo che esprimo sdegno per gli attacchi assurdi portati a Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, che è stato leale e chiaro con Mariano Ferro, leader dei forconi, salvando la sua buonafede e la sua onestà personale. Ma gli errori commessi sono gravi e comunque non ha alcun senso attaccare Lo Bello, che non è un nemico della gente onesta e laboriosa che protesta, piuttosto è un nemico del sistema mafioso che vuole bloccare il rinnovamento e la rinascita siciliana. Insomma: protesta sì, ma con quali alleati? Non certamente con quelli che si sono insediati nei territori per dominarli, per occupare i processi economici e fare i loro affari, leciti e non, soprattutto nella filiera agroalimentare. La giusta lotta dei produttori e dei cittadini non può essere non dico guidata ma neanche accostata a forze di questo tipo, che sono, purtroppo per noi, forze potenti capaci di mettere in scacco lo Stato democratico. La Sicilia con cui ci dobbiamo alleare è quella di Ivan Lo Bello, dell’imprenditoria onesta, dei lavoratori, dei giovani che lottano per un futuro migliore, raccordandoci alla lunga storia del movimento antimafioso che attraversa drammaticamente le fasi più complesse della nostra isola. Ora qualcuno, in un delirio mostruoso, sostiene che a mettere i mafiosi nei presidi sia stata la Digos. Possiamo avere un qualsiasi punto in comune con gente di questo tipo? La mia solidarietà è totale verso le ragioni sane della protesta. Sono consapevole del travaglio dei gruppi che hanno lavorato per mobilitare le nostre comunità. Ma una cosa è la comprensione piena delle ragioni della protesta, altra cosa sono i modi di esprimere la protesta, le alleanze stabilite, la condivisione assurda della direzione politica della battaglia a questi gruppi che strumentalizzano la disperazione per indurla ad azioni di ribellismo subalterno ed eversivo. Ma lo si dica a chiare lettere: non saranno gli speculatori e i mafiosi a salvare la Sicilia”.

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