On. Incardona: “Pieno sostegno all’iniziativa del Consiglio provinciale di Ragusa contro l’abolizione delle Province”

L’onorevole Carmelo Incardona, deputato di Grande Sud all’Assemblea regionale siciliana, manifesta il proprio sostegno all’iniziativa promossa dal Consiglio provinciale di Ragusa contro il disegno di legge del governo regionale riguardante l’abolizione delle provincie. L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito della giornata di mobilitazione promossa dall’Unione delle provincie italiane.
“Il disegno di legge proposto dalla giunta regionale è intollerabile – ha commentato il parlamentare – perché far passare il messaggio che fondamentali presidi territoriali di democrazia come sono le provincie o i consigli comunali, per i quali è prevista una sostanziale riduzione, siano da considerare enti inutili è veramente folle. La lotta agli sprechi è legittima, giusta e condivisibile, l’abolizione indiscriminata di enti che rappresentano presidi essenziali per i territori è delirante”.
Per l’esponente di Grande Sud, “l’approvazione di un simile disegno di legge creerebbe nuove e complesse problematiche relative al conferimento di funzioni, al trasferimento di personale e all’acquisizione anche di situazioni debitorie. Non di meno, il conferimento di funzioni come attività produttive, famiglia, politiche sociali, formazione professionale, lavori pubblici, gestione integrata dei rifiuti e del servizio idrico, renderebbe problematica se non addirittura impossibile, specialmente per le finanze di comuni medio-piccoli, la gestione di tali attività”.
“Non è da escludere, nell’ambito della costituzione di liberi consorzi, un aggravio dei costi rispetto a quelli sostenuti per le circoscrizioni esistenti. Il rischio reale è quello di assistere alla nascita di un numero di liberi consorzi comunali di gran lunga superiore a quello delle attuali provincie regionali e dunque, creare ulteriore confusione rispetto alla reale esigenza di riordino delle autonomie locali”, ha sottolineato.
“L’auspicio – ha concluso – è quello di arrivare ad un percorso condiviso di riforma degli enti intermedi che
mantenendo il ruolo di coordinamento delle realtà territoriali, non penalizzi oltremisura tutte quelle comunità che non possono finanziariamente sostenere i costi relativi all’esercizio di funzioni variegate e complesse”.

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