L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE: UN DIBATTITO SERRATO PER NON CAMBIARE NULLA. La riflessione di Ballarò

Un altro tema attorno al quale da settimane si registra un forte dibattito, è l’abolizione delle Province.Questione che trova favorevoli e contrari sia tra i soggetti direttamente interessati (Presidente, Consiglieri, membri di commissioni, consulenti),sia tra i cittadini che per ragioni diverse, alcuni difendono l’istituzione sovracomunale, mentre altri la ritengono inutile e quindi da abolire.
Tutto nasce dalla volontà di razionalizzare le spese della politica ed i costi di quelle strutture le cui mansioni possono essere delegate ad altri enti presenti nel territorio, eliminando ciò che da tempo, da molti vengono ritenuti stipendifici ma al contempo enti che hanno uno scarso se non nullo, reale coordinamento col territorio di competenza.
In Italia però è divenuta prassi che coloro i quali debbono legiferare, gettano la pietra e nascondono velocemente la mano. Se ci fosse la reale volontà di fare scomparire le Province, non si sarebbe dovuto, quasi contemporaneamente, predisporre un piano per affidare le competenze a quegli enti che dovranno gestirle in loro vece ?
E invece no, si lancia la pietra, si crea grande confusione tra gli operatori dell’ente e tra i cittadini e poi si lasciano trascorrere dei tempi che accerteremo saranno lunghissimi, generando incertezze, malcontento e divisioni che contribuiscono ad alimentare sfiducia nella pubblica opinione.
Ma l’aspetto più inquietante e contraddittorio è che si parla di razionalizzazione dei costi della politica e delle strutture territoriali e contestualmente si annuncia la nascita di enti consortili che nei fatti, andrebbero ad assumere le stesse competenze delle attuali Province.
Dunque, il proposito non è quello di ridimensionare i costi, perché se così fosse, si parlerebbe solo di trasferire alcune competenze ai Comuni ed altre alle Regioni.
Allora, a me sembra che la questione sia stata affrontata con la confusione tipica dell’Italia e che non ci sia stato il coraggio civile e politico per dire ai cittadini la verità, che non è quella che ci hanno voluto far credere, bensì che questi enti di cui si vuole la soppressione, siano macchine mangiasoldi senza un effettivo riscontro di competenze espletate.
Ma queste verità chi le dovrebbe dire? Il Governo centrale, reo d’aver condotto il Paese al fallimento e costretto gli italiani a non poter più sopravvivere per la tassazione imposta che non ha eguali in altri Paesi europei ?
Il Governo regionale che continua a sperperare denaro, sebbene le casse siano ormai arrugginite, in consulenze milionarie e sistemazione degli amici e degli amici degli amici?
Ovviamente non possono, quindi si sposta l’asse del ragionamento, si prende tempo per convenire sulle strategie da mettere in campo e fra qualche anno, scopriremo d’aver visto tanta confusione perché nulla cambiasse.

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