Scicli. Il cadavere di un trentenne trovato oggi in appartamento di Via Brancati

Hanno telefonato più volte e più volte hanno suonato alla sua porta di casa. Ma i genitori non hanno ricevuto nessun segnale di vita da lunedì sera da quell’abitazione di via Vitaliano Brancati, al villaggio Jungi di Scicli. In quell’appartamento del casermone dell’Iacp oggo, poco prima della una, è stato trovato privo di vita Davide Di Stefano, 33 anni nativo di Catania ma da anni residente a Scicli. Il giovane era riverso a terra, nella camera da letto dell’abitazione, sita al primo piano dello stabile. Qui hanno cercato sue notizie per diverse ore i genitori ma non è arrivata mai una risposta. Da qui la decisione di chiamare i vigili del fuoco del Distaccamento di Modica per poter entrare all’interno dell’appartamento. La squadra dei pompieri, una volta giunta sul posto, dopo aver aperto la porta e dopo essere entrata in casa, s’è accorta che a terra giaceva un giovane. Ne seguiva l’intervento dell’equipe di pronto intervento del 118 che ha capito subito di trovarsi davanti ad un cadavere. Poi la procedura di rito con l’arrivo dei carabinieri della locale Tenenza che hanno avviato tutti gli accertamenti chiamando il medico legale e la Procura della Repubblica di Modica. Il dottor Giuseppe Santoro non ha potuto fare altro che constatare la morte dopo una prima ricognizione cadaverica. Il secondo atto è stato quello del trasferimento all’obitorio del Cimitero di Scicli dove dovrebbe tenersi l’esame autoptico. Da capire se il decesso di Davide Di Stefano sia legato all’eventuale assunzione di sostanza stupefacente: se così risultasse si presume che il suo cuore non abbia retto alla dose assunta ovvero in uno stato malessere sia caduto a terra (il giovane usava le stampelle dopo essere rimasto coinvolto in un incidente stradale) e qui, per il forte trauma sia morto. Tutta da accertare, comunque, l’ipotesi di una overdose. I carabinieri già ieri pomeriggio hanno sentito anche la fidanzata del giovane per conoscere qualche particolare in più della vita del compagno. Davide Di Stefano era noto alle forze di polizia: nel settembre del 2009, già sorvegliato speciale, era stato tratto in arresto in virtù del decreto di sospensione dell’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Siracusa per espiare una pena residua di otto mesi a seguito di un furto perpetrato nella cittadina aretusea nel 2002.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa