Arrestati a Ispica per droga, assolti dal magistrato di Modica tre trentenni

Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, assolve tre ispicesi arrestati nel mese di marzo del 2011 per detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti perchè il fatto non sussiste. In quell’occasione, un minore, era stato segnalato all’Ufficio della Prefettura quale assuntore di sostanza, non essendoci elementi per ritenerlo un pusher. Gli altri tre, Luigi Barone, 31 anni, Marco Macauda, 34 anni, difesi dall’avvocato Francesco Riccotti, e Pietro Gambuzza, 32 anni, difeso dall’avvocato Giorgio Terranova, dopo la convalida erano stati rimessi in libertà. Sono stati processati con rito abbreviato. I militari erano stati insospettiti dall’atteggiamento anomalo tenuto da quattro soggetti trovati all’interno di un’autovettura in sosta per le strade di Ispica e quindi avevano proceduto al loro controllo. Il comportamento circospetto dei quattro passeggeri, la tardissima ora in cui si aggiravano per le strade, nonché la circostanza che alcuni di loro fossero già noti ai militari operanti, avevano indotto i carabinieri chiedere il supporto immediato di un’altra pattuglia della Compagnia di Modica con cui sottoporre a perquisizione i quattro e l’autovettura. Nel corso della perquisizione veicolare erano stati rinvenuti un sacchetto contenente trenta grammi circa di marijuana, nascosta sotto il sedile del guidatore. Nel prosieguo delle perquisizioni personali i Carabinieri avevano poi rinvenuto addosso al Barone, trenta dosi di marijuana (per un peso complessivo di quaranta grammi) già confezionata in spinelli e pronte, probabilmente, per lo smercio. Nel corso della perquisizione domiciliare condotta a casa di Macauda fu, trovato solo uno spinello. Carabinieri sequestrarono un panetto di hashish del peso di quaranta grammi, oltre sessanta semi di canapa indiana, una piantina di marijuana coltivata sul balcone di casa e dieci grammi di foglie e steli della medesima pianta. Non da ultimo trovati alcuni taglierini dalle lame annerite e intrise di stupefacente e materiale adatto al confezionamento della droga come cellophane e stagnola. I difensori hanno dimostrato che la sostanza aveva valori attivi bassi e che era stata poco prima acquistata per uso personale. Il pubblico ministero, Diana Iemmolo, aveva chiesto tre anni di reclusione e novemila euro di multa per Macauda e due anni e seimila euro ciascuno per gli altri.

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