IL TABAGISMO E LE CONTRADDIZIONI DELLO STATO. La riflessione di Ballarò

Da anni in Italia, ma non solo, lo Stato è intervenuto nella lotta al tabagismo con campagne di sensibilizzazione promosse dal Ministero della salute, con messaggi shock sui pacchetti di sigarette (il fumo uccide, il fumo provoca il cancro,il fumo provoca gravi malattie cardiovascolari), vietando di fumare nei locali pubblici, aumentando spesso il prezzo delle sigarette ed elevandolo a livelli davvero proibitivi.
Tutte operazioni volte a ridimensionare, si dice, ciò che erroneamente viene definito il vizio del fumo, che in realtà è una tossicodipendenza ma non viene trattata come tale.
Chi produce e commercializza in Italia sigarette, sigari, tabacco, è il monopolio di Stato, gestito dal Ministero dell’economia e delle finanze, che da quest’attività trae grande profitto; se davvero lo Stato si preoccupasse della salute dei cittadini e delle ripercussioni sociali prodotte da questa forma di dipendenza molto diffusa che paga l’intera comunità, potrebbe intervenire con azioni più incisive e definitive rispetto a quelle fin qui praticate che hanno dimostrato di non sortire gli effetti sperati.
Esiste una legge dello Stato che impone la produzione di prodotti nocivi alla salute dei cittadini ? C’è qualcosa, a prescindere dal grande business dello Stato, che possa impedire di continuare a produrre un acclarato strumento di morte ? Perché il tabagismo, che per autorevole affermazione d’insigni scienziati, è una forma di dipendenza alla stessa stregua di alcolismo ed assunzione di sostanze stupefacenti, viene consentito ? E’ legittimo pensare che lo Stato si contraddica ed appaia ambiguo in funzione di cospicui interessi che ruotano attorno alla dipendenza del tabacco ?
Oltretutto, se il tabagismo fosse veramente un vizio e non una forma di dipendenza, quantomeno per l’incidenza economica che ha per le tasche dei fumatori,anche i più incalliti avrebbero smesso, ma purtroppo si tratta di qualcosa che è più difficile da curare, la dipendenza, appunto, così come si è detto.
E se lo Stato avesse il monopolio della produzione di droghe, ne legalizzerebbe l’uso ?

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