ADRIANO CELENTANO, STUCCHEVOLE PER ALCUNI, MITICO PER ALTRI. La riflessione di Ballarò

Il molleggiato, il re degli ignoranti, il personaggio divenuto icona della musica italiana del secondo dopoguerra, dopo cinquant’anni di successi ininterrotti, continua a far discutere più che come artista, come predicatore o tuttologo ,come qualcuno a cui certamente non è simpatico, ama definirlo.
Non c’è comunque da stupirsi se gli italiani, in maniera trasversale, stanno affollando i social network per esprimere i loro pareri su ciò che questo personaggio ieri sera ha detto all’Ariston di Sanremo, è sempre accaduto, mi piacerebbe però che i giudizi espressi scaturissero da analisi oggettive e non piuttosto da posizioni preconcette come spesso avviene.
In estrema sintesi, cosa ha detto “sua immensità”?
Ha criticato aspramente la condotta dei piani alti della chiesa, più occupati ad assumere atteggiamenti politici che a parlare di Dio, mentre vengono denigrati preti che aiutano gli ultimi;
Ha attaccato le testate giornalistiche Avvenire e Famiglia cristiana, al servizio degli atteggiamenti clericali ed ha infierito contro qualche giornalista, a suo dire, deficiente;
Ha giudicato negativamente scelte politiche che hanno smantellato servizi utili al collegamento nord-sud con la conseguente rovina di 800 lavoratori che da due mesi protestano al gelo, ad un’altezza di trenta metri , davanti la stazione centrale di Milano, per difendere il diritto al lavoro;
Ha rilevato l’ipocrisia politica della Merkel e di Sarkozy, che hanno imposto l’acquisto nei loro Paesi di armamenti e navi da guerra, contribuendo alla rovina di Stati come la Grecia, che ora non sono disponibili a salvare.
Insomma, ha descritto una società, un Paese, che per una serie di motivi ha perso la sua bellezza.
Se le affermazioni del predicatore Celentano, sono rispondenti al vero, va elogiato per il coraggio d’aver detto cose forti ma vere, se invece fossero false, va querelato per diffamazione.
Io penso che nel suo monologo, ci sia tanta verità.

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