Modica, il Riesame ha dissequestrato il parco mezzi dell’Impresa Ecologica Puccia

E’ stato disseqeustrato dal Tribunale del Riesame di Catania il parco mezzi dell’impresa ecologica “Giorgio Puccia”, accogliendo la richiesta dei difensori, gli avvocati Mario Caruso e Salvatore Poidomani, e questo a poche settimane dalla conclusione delle indagini per l’inchiesta sull’appalto e gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Modica. Che vede otto persone indagate. I reati contestati, limitatamente alle responsabilità dei singoli indagati, sono la turbata attività d’incanti, la truffa aggravata ai danni del Comune di Modica, frode nell’appalto, e reati ambientali scaturenti dalla violazione della normativa in materia. A Giorgio Puccia, titolare dell’azienda, sono anche contestati episodi di minacce, vessazioni ed intimidazioni ed estorsione ai danni di alcuni dipendenti. Secondo la Guardia di Finanza e la Polizia, nelle indagini scaturite dall’affidamento in appalto del servizio nel 2009, in regime di proroga, Puccia avrebbe costretto, tra l’altro, il responsabile del lavaggio dei cassonetti a smaltire illegalmente i reflui(tossici e pericolosi) a ridosso del fiume Irminio. Tutto questo per diminuire i costi di smaltimento legale ed accrescere i ricavi. Il 27 novembre il Gip di Modica aveva dissequestrato i rami d’azienda della “Puccia” e man mano sono venute meno tutte le restrizioni, prima del villaggio turistico di Marina di Modica, poi i cantieri di Canicattini Bagni e Portopalo di Capo Passero, nel siracusano, quindi l’impianto di stoccaggio di Contrada Sant’Antonio Piano Ceci, fino al cantiere di Via Modica Ragusa. Ora anche i mezzi sono nella piena disponibilità della società e cioè autocompattatori, motoapi, lavaccassonetti e quant’altro. “Siamo soddisfatti – dice l’avvocato Caruso – perchè in tempi brevissimi abbiamo ottenuto la revoca di tutti i provvedimenti assunti a suo tempo. In questo periodo abbiamo registrato una positiva escalation della vicenda che ci fa ben sperare per l’esito finale che, nel complesso, ci fa pensare ad una rivalutazione delle ipotesi accusatorie iniziali”.

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