Salta l’abolizione delle Province. Tagli in giunte e consigli comunali

Salta l’abolizione delle Province. Accantonata la creazione dei Consorzi proposta dal Governo. All’Ars l’accordo entra in vigore prima del voto. Lo stesso principio si applicherebbe ai consigli comunali. Quello che doveva essere il fiore all’occhiello di questa fase della legislatura non vedrà mai luce. Il testo scritto in estate prevedeva l’abolizione delle province da sostituire con liberi consorzi dei comuni i cui vertici non sarebbero stati retribuiti. E’ stato, invece, riscritto l’articolo secondo il quale le province restano in vita ma come organi di secondo livello(consiglio e presidente non sarebbero eletti dal popolo ma dalle assemblee dei consiglieri comunali del territorio)e con funzioni delegate dalle Regioni. Lo stesso testo prevede che a Ragusa e Caltanissetta, dove si dovrebbe votare a maggio, le elezioni vengano rinviate al 2013 in attesa del riassetto istituzionale. “Martedì – anticipa il presidente della Prima Commissione all’Ars, Riccardo Minardo – il Governo presenterà degli emendamenti che daranno forma finale al testo che poi sarà approvato in aula ai primi di marzo”. Questo testo prevede modifiche sostanziali e mira a mantenere in vita le province nella versione tradizionale, consentendo l’elezione a suffragio universale dei vertici e dei consigli provinciali. In cambio sarebbero tagliati del venti per cento consiglieri e assessori. Le province più grandi passerebbero da 45 a 36 consiglieri, quelle di media grandezza avrebbero un massimo di 28 consiglieri e quelle piccole 20. Lo stesso principio andrebbe applicato ai Consigli Comunali. A Palermo si passerebbe da 40 a 40 consiglieri, a Catania da 45 a 36. Allo stesso modo gli emendamenti puntano a tagliare i componenti le giunte municipali: a Palermo si andrebbe a otto membri e in città di media grandezza a 7/6(a seconda se siano di 250 mila o 100 mila abitanti).

 

nella foto la sede della Provincia Regionale di Ragusa

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